Sono intervenuti, tra gli altri, Carmen Pugliese, Publico ministero del Tribumnale di Bergamo, Angelolino Murtas, Vicequestore e le Avvocatesse Liana Nava e Francesca Mzzoleni
Treviglio (BG), 16 marzo 2018. Non sembrano aggiornati i dati Istat che stimano al 35 % le donne vittime della violenza di genere nel mondo. Non vi è dubbio infatti che siano molte di più quelle che hanno dovuto fare i conti con una tale drammatica esperienza nel corso della loro vita, perché la violenza assume più diversi aspetti: non è solo fatta di botte, stupri, omicidi, ma si camuffa anche sotto le vesti subdole della sopraffazione psicologica e del ricatto economico, che le privano dell’autonomia e le costringono alla dipendenza e, in molti casi, sono l’arma capace di farle desistere se hanno imboccato la via della legittima ribellione a un insostenibile stato di sopruso, costringendole a ritirare le connesse azioni legali.
Cos’è e come si manifesta si manifesta la violenza di genere
Chiunque si sia occupato di violenza di genere sa bene che il fenomeno ha radici culturali profonde: oggi come ieri, la matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne e non è, dunque, un caso che la stessa dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale dell’Onu si sia pronunciata sulla violenza di genere come “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo del quale le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.
Questo è anche il profilo di massima contenuto nelle parole di Carmen Pugliese,Sostituto Procuratore di Bergamo, voce autorevolissima sull’argomento in questione e, nel contempo, coraggiosa e critica capace di andare controcorrente dichiarando, senza mezzi termini, qual è la vera difesa della donna, della sua dignità, incolumità, integrità fisica e morale e, inoltre, affermando che dovrebbe essere la donna stessa a trovare il coraggio di denunciare le violenze subite, che avvengono quasi sempre nella più stretta cerchia dei legami affettivi, senza fare marcia indietro.
Quanto detto riguarda anche la volontà di smascherare le strumentalizzazioni delle denunce tardive sulla violenza, oggi così di moda nelle ambigue fonti di pubblicità, soprattutto nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento, o le denunce ricatto negoziate nelle cause di divorzio.
Molto ben congeniati, in termini di tempistica e coerenza con le tematiche in parola, anche gli interventi delle avvocatesse Liana Maria Antonietta Nava e Francesca Mazzoleni, componenti dell’AIAF (Associazione a tutela delle famiglie) che hanno tracciato un’esaustiva panoramica dell’azione del sodalizio, e del Dr. Angelo Lino Murtas, dirigente del Commissariato di Treviglio che, per la lotta contro la violenza di genere si impegna quotidianamente ed ha, fra l’altro, fortemente voluto la «Stanza per le audizioni protette» all’interno dello stesso Commissariato locale, così come proposta da Soroptimist.
Ecco come funziona la Stanza per le audizioni protette
Si tratta di efficace escamotage per permettere l’audizione dei bambini e delle donne vittime di violenza, in cui viene registrato il video e l’audio digitale con apparecchiature sofisticate e non visibili, senza l’ulteriore dramma di dover fare la fila nei classici “Uffici Denunce” con lunghi ed interminabili verbali classici scritti su carta, mostrando anche al monitor le foto con le varie fasi dei lavori.
Alla fine degli interventi dei relatori, il numeroso pubblico presente alla conferenza si è intrattenuto presso il Ristorante Belvedere di Misano, così come deciso dalla Presidente del Rotary Treviglio Martina di Rubbo.