Impossibile garantire ospitalità a tutti i rifugiati. Lasciare fuori 50 uomini con i sacchi a pelo.
Si contano in circa 106 mila i migranti che fino a oggi sono passati dalla città di Milano, tra i quali 21 mila bambini. La maggior parte di essi ha proseguito il viaggio verso il Nord Europa: da qualche tempo, però, superare il confine è molto più complicato. Quindi, al momento, sono in molti che chiedono asilo in Italia. La notte scorsa circa 360 migranti hanno dormito nell’hub di via Sammartini , nei pressi della Stazione Centrale della città, dove è stata data priorità alle categorie più fragili, malati, anziani, circa 100 minori (dai 14 anni in su) stranieri non accompagnati, e 30 famiglie (si intendono anche le coppie senza figli) con in totale 22 bambini (fino ai 10 anni). Una parte di loro, circa 50, tutti uomini e senza particolari fragilità, hanno dormito all’esterno del centro di prima accoglienza nei sacchi a pelo. “Qui a Milano sono presenti 3.800 tra profughi e richiedenti asilo per i quali chiediamo l’immediato intervento della Prefettura – spiega L’assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino – affinché siano spostate alcune centinaia di richiedenti asilo. Non abbiamo più posto!” Gli ultimi arrivi sono collegati agli sbarchi di una decina di giorni fa. Nei primi giorni della settimana Majorino sarà a Roma, per cercare soluzioni con il ministero degli Interni. Le strutture di accoglienza a Milano sono 15 (piccole e grandi, in convenzione e volontarie). Poi c’è il polo di via Sammartini, che all’inizio avrebbe dovuto essere solo un luogo di smistamento, con la possibilità di ospitare in emergenza meno di 200 persone, poi quel centro è stato ampliato e oggi è distribuito su cinque diversi spazi. È qui che approdano i nuovi arrivati, anche se molte persone restano perché non hanno altre possibilità: “Siamo arrivati a un punto critico – ammette Alberto Sinigaglia, di Progetto Arca – perché con oltre 700 persone, tra cui donne e bambini, non si possono assicurare le condizioni minime per un’accoglienza dignitosa”. Il sistema milanese è andato in sofferenza anche perché fra i 3.800 profughi che sono ora in città, una quota di almeno 1.500 è arrivata senza nessun legame con le procedure di smistamento del Viminale, oppure si tratta di persone che sono state già registrate e accolte in altre città d’Italia, ma si spostano comunque a Milano perché considerano la città una base migliore per provare a spostarsi verso altri Paesi.