Sempre tensioni nel PD. La minoranza dem, in modo particolare l’ex segretario Pierluigi Bersani, contesta alcune frasi dette da alcuni militanti della maggioranza del partito democratico nel corso della riunione alla Leopolda mentre era in atto l’intervento di Renzi. “Fuori, fuori!” hanno gridato dalla platea mentre il segretario nominava Bersani e D’Alema. Attualmente Bersani si trova in Sicilia per la campagna del NO, e non ha usato mezze parole:
“Vedo che il Pd prende la piega di un partito che cammina su due gambe: arroganza e sudditanza. Perché a me ha fatto male sentire ‘fuori, fuori’, ma ha fatto ancora più male, al di là della voce da tifoseria, il silenzio di chi è stato zitto”.
“finché insultano me – ha continuato l’ex segretario – non ho problemi, ma non si rendono conto che queste affermazioni feriscono tanta nostra gente”. Poi afferma di essere preoccupato “con un governo del capo e parte del Parlamento nominato. Non sto parlando di noccioline”.
“Io dico ‘dentro, dentro’ , ma se il segretario dice ‘fuori fuori’ bisognerà anche rassegnarsi a un certo punto. Chi fa il segretario – conclude Bersani – deve caricarsi della sintesi tra posizioni diverse, perché se accende le micce…”
Lorenzo Guerini, ha ammesso, però, che Renzi non si è stato zitto, anzi ha richiamato quelli che hanno gridato “Fuori, fuori!” dicendo loro che “non avrebbe cacciato nessuno”. Quindi l’appunto di Bersani non troverebbe riscontro.
Alle parole di Bersani ha replicato anche il sottosegretario Luca Lotti, a nome del Governo: “Noi abbiamo lavorato per cercare unità, come dimostra anche la vicenda della legge elettorale. Poi se qualcuno vuole fare oggi al Pd ciò che D’Alema e Bertinotti fecero all’Ulivo se ne assumerà la responsabilità”.