Smart Land: come innesca lo sviluppo locale del territorio e come può costruire un percorso virtuoso di crescita condivisa.
Sabato 3 dicembre 2016, alle ore 9,30, nell’aula magna dell’Università di Bergamo (sede di Sant’Agostino) ha avuto luogo un Convegno dal titolo: “Bergamo Smart Land“, organizzato da Provincia, Università e Imprese & Territorio. Hanno aperto i lavori Remo Morzenti Pellegrini, Rettore dell’Università; Matteo Rossi, Presidente della Provincia e Giorgio Ambrosioni, Presidente Impresa & Territorio salutando gli intervenuti alla manifestazione. Sono seguiti poi gli interventi dei relatori: Aldo Bonomi,Consorzio Aaster; Roberto Masiero,Università IUAV di Venezia; Sergio Cavalieri, Università di Bg; Angelo Carrara, Confartigianato; Alberto Brivio, Coldiretti; Giuseppe Cristinelli, Fai; Olivo Foglieni, Confindustra; Fulvio Adobati, Università di Bg; Gloria Cornolti, Provincia di Bergamo, Elisabetta Cattini, Esperto reti territoriali; Silvana Signori, Università di Bergamo.
Il tema trattato ha riguardato il mutamento sociale in atto che è diffuso nella percezione dei cittadini bergamaschi. Enti, aziende e istituzioni del territorio stanno modificando approccio, strategie e strumenti di lavoro per poter cogliere nuovi bisogni e adeguarsi alle necessità che l’evoluzione sta imponendo in modo veloce ed esponenziale. Diventare una Smart Land, ovvero un territorio intelligente e preparato, pronto a cogliere le opportunità offerte dal cambiamento tecnologico e geopolitico in atto, è quindi l’orizzonte strategico su cui la nuova Provincia ha iniziato a innervare un processo di governance locale, fatta dal lavoro sinergico degli attori pubblici/ privati, dal raccordo del sistema di imprese e realtà locale, dalla programmazione di nuovi percorsi welfare e formativi che possano generare profili professionali e culturali all’altezza delle sfide. I contesti territoriali che hanno un’alta densità di abitanti e infrastrutture, come Bergamo e la sua provincia, hanno bisogno di strumenti di governance diversi da quelli dei territori più piccoli. La necessità di governare queste trasformazioni con strumenti più complessi è quindi prioritaria. Non è più tempo di pensare che ci sia un unico ente capace di monitorare il cambiamento.La chiave di volta su cui fare leva è il lavoro condiviso in rete. La nuova Provincia dei Comuni sta promuovendo azioni a livello sovracomunale e progetti di sviluppo sostenibile; piani che puntano a costruire aggregazioni e reticoli territoriali in grado di far emergere bisogni e progettualità capaci di generare nuove ipotesi da riversare nell’interesse della collettività. Un percorso che porterà anche a modellare il territorio.
“Per promuovere l’attrattivita’ serve la comunità – spiega il presidente Matteo Rossi -. E per fare comunità servono istituzioni e leadership politiche che sappiano giocare in squadra e fare rete. Questa è la logica sulla quale come Area Vasta – continua Rossi – abbiamo scommesso in questi due anni il centro del nostro progetto politico. Le risorse per le reti di sviluppo locale, i servizi ai Comuni, le zone omogenee sono solo alcuni dei capitoli del lavoro avviato con i Comuni”, conclude il presidente.
“prima nel ‘900 si ragionava tra capitale e lavoro con in mezzo lo Stato – commenta Aldo Bonomi del consorzio Aster – oggi siamo nell’epoca dei flussi, la finanza che impatta e cambia il territorio, le transnazionali e le medie e piccole imprese, il capitalismo diffuso di artigiani e commercianti e l’emigrazione. Tra flussi e luoghi riappare la dimensione del territorio – prosegue Bonomi – la Smart Land, da ripensare come un territorio provinciale che sta sull’asse di quello che chiamo “la città infinita”, la piattaforma produttiva lombarda che si estende dall’aeroporto di Malpensa a quello di Montichiari. Il problema è capire come un territorio come quello di Bergamo si riposiziona“, conclude Bonomi.
Giorgio Ambrosioni presidente di Imprese&Territorio ha sottolineato: “la necessità di un’evoluzione verso un territorio che diventi sempre più attrattivo proprio perché ci sono strumenti e premesse che consentono di declinare tutti gli aspetti di quella che si chiama economia circolare”.
“L’Università ha da tempo intrapreso un ruolo di supporto e di accompagnamento ai processi di trasformazione territoriale – spiega Fulvio Adobati dell’Università di Bergamo – in generale, e nello specifico del nostro territorio. Ci troviamo in un percorso di cambiamento di paradigma – continua Adobati – del modello sociale ed economico, e in una fase in cui si aprono percorsi importanti di programmazione“,
Diventare una Smart Land significa rendere il territorio dinamico e flessibile, più competitivo e attrattivo a livello economico, turistico e sociale, con ricadute sul benessere e la qualità della vita dei cittadini.