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Bergamo, 7/03/2017

Operazione antidroga della Polizia di Bergamo denominata: “Mai una gioia”

Questa era la frase che contraddistingueva la curva degli ultrà bergamaschi dal resto delle tifoserie che esibivano in uno striscione nel corso delle partite che l’Atalanta giocava in casa. Numerosi tifosi dell’Atalanta, prima di assistere alla partita, acquistavano e sniffavano droga (soprattutto cocaina), nei wc di alcuni esercizi commerciali vicini allo stadio (verso i quali sono stati emessi 10 provvedimenti di sospensione della licenza, ai sensi dell’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), e anche all’interno del medesimo stadio, travisati da cappucci per non essere ripresi dalle telecamere nel momento in cui commettevano azioni violente come quelle avvenute, nel gennaio 20l6, nel centro di Bergamo, dopo la partita contro l’Inter.

Le minuziose indagini, avviate nel settembre 2015, nei luoghi di ritrovo dei giovani facinorosi bergamaschi, hanno consentito agli inquirenti di acquisire gli elementi indiziari a carico di detta tifoseria atalantina di “ultrà” nelle cui fila militavano anche pregiudicati che spacciavano sostanze stupefacenti accumulando cospicue somme di denaro.

Questi sono i numeri dell’indagine in questione:

11 custodie cautelari in carcere;

7 arresti domiciliari;

3 obblighi di dimora;

5 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria emessa dall’Autorità giudiziaria nei confronti di 26 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina e resistenza a pubblico ufficiale.

“Il lavoro degli inquirenti è stato minuzioso e puntuale – ha ammesso Walter Mapelli, Procuratore capo della Repubblica – abbiamo approfondito l’indagine e siamo arrivati a questo importante risultato di oggi, vagliato dalle misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Bergamo. Quindi trattasi di un’attività investigativa che parte da una serie di fatti specifici per arrivare poi a un dato complessivo. Il secondo dato significativo – ha proseguito Mapelli – si riferisce a fatti accaduti in un periodo non recentissimo, ossia agli anni 2015-2016. Per tale ragione l’indagine non ha investito l’attuale campionato dell’Atalanta. Quindi non vogliamo generalizzare – ha concluso il Procuratore – puntando il dito su tutta la tifoseria, bensì teniamo a precisare che l’evento delittuoso ha interessato un gruppo di persone che oltre a essere consumatori di sostanze stupefacenti li spacciavano ad altri tifosi.”

“Gli spacciatori, come ha sostenuto il procuratore Mapelli – ha spiegato Gian Luigi Dettori, Procuratore della Repubblica – sono soltanto un piccolo gruppo di tifosi. La società calcistica atalantina è sana! Quindi, secondo il mio avviso – ha continuato Dettori – non bisogna mischiare le due cose, altrimenti non diamo il giusto valore a queste indagini.”

“Considerato che lo spaccio avveniva anche in locali pubblici – ha evidenziato Girolamo Fabiano, Questore di Bergamo – situati proprio nei pressi del campo sportivo, abbiamo preso la decisione di adottare provvedimenti per la chiusura di detti locali pubblici da 15 giorni a 3 mesi”

“Abbiamo fatto un proficuo lavoro di squadra – ha sostenuto Giorgio Grasso, Dirigente della Squadra Mobile bergamasca – ottenendo risultati significativi ottenuti con l’impiego del Servizio Centrale Operativo che si è avvalso di un’attività investigativa di tipo tradizionale e di un importante impiego di telecamere nascoste per ricostruire lo spaccio di droga nei minimi particolari. Abbiamo emesso 11 custodie cautelari in carcere – ha proseguito Grasso – 7 arresti domiciliari, 3 obblighi di dimora e 5 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria emessa dall’Autorità giudiziaria nei confronti di 26 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Le telecamere nascoste hanno ripreso e documentato un vorticoso giro di denaro – ha concluso il dirigente – una rapina ai danni di un corriere di droga, nonché diverse estorsioni e violenze (addirittura attraverso un ex pugile), nei confronti di tossicodipendenti “insolventi” nel pagamento delle dosi.”

 

 

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