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Le false notizie messe su Internet causano effetti ingannevoli sull’opinione pubblica

18/04/2017

L’attuale era del web è caratterizzata dai grandi motori di ricerca come Google e dai social-Network come YouTube, Facebook, whatsapp, twitter ecc., che erogano servizi gratis e neutrali su Internet dando la possibilità di attingere nei loro archivi (vastissimi patrimoni culturali) costituiti da una miriade di informazioni, notizie e documenti vari, e mettendo in atto un sistema di comunicazioni sociali, sempre via web, al di fuori dal comune.

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Tale patrimonio di notizie può presentare, però, effetti avversi, come nei “farmaci”, che possono incidere negativamente sia sulla privacy individuale sia sul giudizio dell’opinione pubblica. Come? Il motivo è presto detto: attraverso le cosiddette “Bufale”.

Cosa sono?

Si tratta di notizie false (fake news) che stanno creando non pochi problemi nel campo scientifico, ma anche, e soprattutto, nel campo politico e giornalistico, causando opinioni sbagliate nella enorme massa costituita da utenti del web, al punto di minare le democrazie occidentali.

E’ bastato un uso spregiudicato di Internet, senza regole, ad alcuni disonesti, per aver contribuito a determinare le sorti politiche di grandi nazioni democratiche come l’Inghilterra con la vittoria elettorale della “Brexit” e gli Stati Uniti d’America con la tanto discussa, dai mass media locali, elezione di Donald Trump, a scapito della candidata democratica Hillary Clinton (a seguito della quale è stata aperta un’inchiesta dall’ F.B.I. tra staff di Trump e Russia).

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Durante i mesi di campagna referendaria in Inghilterra per la permanenza o la sua uscita dalla UE, l’ex sindaco di Londra Boris Johnson ha paragonato l’Unione europea a Hitler o al premier britannico David Cameron che non avrebbe escluso guerre in Europa nel caso in cui il Regno Unito avesse abbandonato l’Ue.

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Ecco una delle cinque bufale propinate agli elettori, da Leave Campaign, favorevole alla “Brexit”:

L’Unione europea costa al Regno Unito 350 milioni di sterline (450 milioni di euro) a settimana, circa 20 miliardi di sterline (25 miliardi di euro) in un anno.” Dichiarazione ingannevole.

Le cifre sono inesatte. L’effettivo contributo che il Governo britannico versava all’Unione Europea era di 8,,5 miliardi di sterline all’anno, ossia 11 miliardi di euro, con una spesa di media di 160 milioni di sterline (200 milioni di euro) a settimana.

Tale sistema “senza regole” ha preso piede pure in Italia, dove i social-Network sono pieni di messaggi falsi e diffamatori diretti a personaggi politici e delle istituzioni nell’intento di screditarli dal giudizio del “popolo del web”. Una disavventura simile ha visto protagonista la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini.

Laura Boldrini

E’ apparsa di recente su Facebook una fake news in cui si accusa sua sorella, morta tanto tempo fa, chiamata Luciana, di gestire 340 cooperative che si occupano di assistenza agli immigrati.

«La mia unica sorella, morta anni fa per malattia – ha chiarito la presidente – non si è mai occupata di migranti. Restaurava e dipingeva affreschi. Peraltro, non si chiamava nemmeno Luciana, ma Lucia».

L’ira della Boldrini è stata rivolta contro gli sciacalli del web per la bufala creata sulla sorella morta, e rivolgendosi a tutti coloro che hanno condiviso sulle loro bacheche e sui loro profili queste menzogne su di lei, ha scritto nel post:

«quelli che hanno creato queste false notizie sono personaggi senza scrupoli, sciacalli che non si fermano nemmeno davanti ai morti».

Il compito di filtrare e valutare le notizie introdotte nel web spetterebbe ai suddetti motori di ricerca e social-Network, ma essi spiegano che il loro servizio «è basato sulla libertà di ognuno a scrivere e pubblicare ciò che vuole.»

Ultimamente sono aumentati anche i reati commessi sul web come quello accaduto circa sette mesi fa a Napoli, che ha visto protagonisti Tiziana Cantone di 31 anni e il suo amante. Quest’ultimo ha mandato in rete un filmino hot (girato nel corso della loro intimità).

La ragazza voleva fare un dispetto al suo fidanzato e invece si è ritrovata in rete guardata e giudicata da più di un milione di persone. Per la vergogna ha dovuto cambiare nome, lasciare il lavoro, chiudendosi in se stessa. Poi non ce l’ha fatta più e ha scelto di togliersi la vita.

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Nella prima decade di settembre del 2016 il tribunale di Aversa ha riconosciuto la lesione del diritto alla privacy contestando ai vari social forum di non aver rimosso all’istante i video lesivi della sua reputazione. Il suo legale aveva citato in giudizio, non solo chi aveva postato il video, ma anche Facebook, Yahoo, Google e YouTube che non lo hanno rimosso subito. Ancora oggi però il filmato in questione è disponibile presso due siti americani a luci rosse, che fanno soldi con la pubblicità, e di toglierlo dal loro sito non ne vogliono proprio sapere.

C’è da dire infine che alcuni Hacker di nazionalità russa hanno diffamato sul web il vecchio continente, affermando che i migranti accolti nei suoi Paesi costano migliaia di miliardi di euro, e che i capi di Stato bivaccano con gli incentivi, creando scompiglio politico all’interno di ciascuna Nazione.

Comm. Europea

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