l Sindaco Giorgio Gori: «Mai più fascismo, mai più guerre!»
25 aprile 2017
Si è conclusa a Bergamo la manifestazione celebrativa del 72° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, iniziata la mattina del 25 aprile con la celebrazione della s. messa al Campo dei caduti per la libertà del civico cimitero, la deposizione di una corona di alloro e lo scoprimento della lapide dedicata alla memoria dei bergamaschi, Martiri, Partigiani che, tra il 1943-45, caddero donando la propria vita per la Libertà del nostro Paese.
Il Sindaco Giorgio Gori, in presenza dei rappresentanti delle associazioni partigiane e militari caduti , nel ricordare questo importante evento, ha ammonito:
«Mai più fascismo, mai più guerre! Questo il grido dell’Italia liberata e libera del 25 aprile. Questo il significato ultimo della Costituzione, che del 25 aprile è il frutto più importante, ancora oggi più che mai attuale nei suoi principi: rispetto della dignità di ogni persona, nella sua diversità, rifiuto della sopraffazione e della violenza, uguaglianza, giustizia sociale.
Credo sia giusto cercare di attualizzare quella pagina eccezionale della nostra storia, chiederci cosa dice ai nostri giorni.»
Subito dopo, il corteo si è mosso verso il Parco delle Rimembranze – Rocca, Piazzale Brigata Legnano di città alta, dove si è tenuta un’altra cerimonia di commemorazione dei caduti e deposizione di corone d’alloro sulle lapidi che ricordano i caduti nei campi di Concentramento tedeschi e quelli della “Divisione Legnano”.
«Festeggiare il 25 aprile significa rendere omaggio a quei combattenti – ha proseguito il primo cittadino – molti dei quali persero la vita, oppure furono torturati o internati nei campi di sterminio. Erano di diverso orientamento politico, di diversa fede religiosa, uniti nell’antifascismo e nella volontà di restituire dignità all’Italia.
Con loro si mobilitarono tanti semplici cittadini, anche nella nostra città, che fecero della disobbedienza civile il loro modo di combattere per la libertà.
Ripartiamo da qui, dal rendere omaggio all’Italia della Resistenza, ai suoi valori, a quanti hanno sacrificato la vita per la Liberazione del nostro Paese.»
I partecipanti al corteo si sono ritrovati poi nel Piazzale Marconi (antistante la stazione ferroviaria), e hanno proseguito lungo il viale Papa Giovanni XXIII con arrivo in Piazza Vittorio Veneto. Anche qui le autorità civili e rappresentanze militari hanno deposto corone d’alloro alla Torre dei Caduti e al Monumento al Partigiano.
«Oggi ho partecipato al corteo portando la bandiera blu dell’Europa. Il perché è semplice: perché oggi l’Europa è in pericolo, e noi la dobbiamo difendere e rilanciare. Proprio perché la pace in Europa – ha proseguito – è l’eredità più preziosa consegnataci dalla Liberazione. Da lì, dall’unione delle forze contro il nazifascismo ha preso avvio il progetto europeo, la cosa più importante che i nostri padri sono stati capaci di costruire.
E’ vero, negli ultimi anni l’Europa ha affrontato una crisi da cui ancora fatica ad uscire; si sono evidenziati squilibri interni ed egoismi; una visione eccessivamente tecnocratica delle istituzioni ha contribuito a generare una crisi di fiducia. Ma oggi noi, proprio in nome degli stessi valori di libertà, democrazia e antifascismo per cui hanno lottato i partigiani – dobbiamo dire chiaramente da che parte stiamo, ed essere pronti a batterci per l’Europa», ha concluso.
Il corteo ha poi continuato il suo percorso attraverso largo Gavazzeni, via Bianco e via Camozzi per fermarsi in via Pignolo, dove ha reso omaggio alla lapide di Ferruccio Dell’Orto.