Lo studio condotto dal primario di cardiologia Michele Senni
Bergamo, 3 maggio 2017
E’ stato condotto all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo lo studio clinico che due anni e mezzo fa ha portato alla validazione dell’efficacia del nuovo farmaco Sacubitril/Valsartan di “Novartis Farma SpA” per lo scompenso cardiaco cronico, verso cui sarebbero potenzialmente interessati oltre 1 milione di italiani affetti da tale patologia.
Tale studio, il più grande mai condotto sull’anzidetta patologia (PARADIGM-HF),il cui coordinatore nazionale è Michele Senni, direttore dell’Unità di Cardiologia 1, riguarda lo scompenso cardiaco cronico a frazione di eiezione ridotta, ha visto protagonista il nosocomio bergamasco nel ruolo di coordinatore dei centri italiani e primo centro a livello nazionale per numero di pazienti arruolati.
«Il nuovo farmaco riduce la mortalità cardiovascolare del 20% – ha dichiarato Michele Senni – e il rischio di ospedalizzazione del 21%. Anche il rischio di mortalità globale – ha proseguito – è ridotto del 16% rispetto ai pazienti curati con il precedente standard terapeutico.»
Ma vediamo di che si tratta e come agisce il nuovo farmaco.
Fino a oggi la terapia dello scompenso cardiaco si basava sull’inibizione neuro-ormonale del sistema renina-angiotensina e del sistema nervoso simpatico. Sacubitril/Valsartan ha un meccanismo d’azione innovativo che consente, per la prima volta, di potenziare gli effetti del sistema dei peptidi natriuretici mantenendo contemporaneamente l’inibizione del sistema renina-angiotensina.
I vantaggi del nuovo farmaco si traducono anche in un miglioramento della qualità della vita dei pazienti: la “fame d’aria” (dispnea) e la grave stanchezza tipiche dello scompenso si riducono sensibilmente, e il paziente può tornare gradualmente a una vita più attiva.
«Siamo di fronte a un cambiamento radicale del nostro approccio al paziente con scompenso cardiaco, con il passaggio da un’inibizione a una modulazione neuro-ormonale», ha concluso Senni.