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Promossa dal Papa Giovanni XXIII, la riforma è stata formalizzata alla presenza dell’Assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, con la firma di un accordo bilaterale a cui hanno aderito l’anzidetto nosocomio e ben 8 Case di cura bergamasche

Bergamo 19 luglio 2017

E’ stata formalizzata questa mattina, alla presenza dell’Assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, la riforma sanitaria promossa dal Papa Giovanni XXIII, denominata “Alleanza a nove”, e sancita con la firma di un accordo bilaterale a cui hanno aderito le Case di cura bergamasche Beato Palazzolo, San Francesco, Habilita SpA, Clinica Castelli, Fondazione Carisma, Centro Don Orione, e l’Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino e la Fondazione Rota di Almenno San Salvatore. Una rete di cliniche, tra le migliori a Bergamo e hinterland, capace di prendersi cura dei malati fragili e cronici su tutto il territorio. E’ questo il senso dell’accordo quadro promosso dall’Azienda socio sanitaria territoriale della città orobica e sottoscritto dalle succitate cliniche, che sono pronte a partire, in vista della scadenza del 31 luglio. Infatti, A fine mese si chiuderà il bando con cui ATS di Bergamo raccoglierà le auto candidature a gestori, ovvero le strutture sanitarie che potranno sottoscrivere il patto di cura con i pazienti cronici. Una volta valutati i requisiti e stilato l’elenco degli idonei, ciascun paziente cronico riceverà da ATS la lista dei gestori indicati per la propria patologia e potrà liberamente scegliere con quale delle elencate strutture sottoscrivere il patto di cura.

Carlo Nicora«Siamo già pronti ai blocchi di partenza, in attesa del via da ATS, se vogliamo usare un’immagine sportiva – ha commentato Carlo Nicora, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. La vera forza di questo accordo è l’aver unito strutture pubbliche e private per costruire una rete di servizi (ricoveri, prestazioni ambulatoriali, riabilitative, psichiatriche) disponibili per il paziente cronico, con l’obiettivo di garantire appropriazione clinica, cioè la prestazione sanitaria e sociosanitaria giusta a chi ne ha bisogno, e continuità assistenziale, cioè un percorso integrato che non lasci solo il paziente. In questo scenario – ha proseguito – mi aspetto che i Medici di Medicina Generale siano parte integrante della rete».

L’accordo è bilaterale, ossia prevede anche la possibilità del doppio ruolo di gestore/erogatore per ciascuna struttura. In pratica il paziente che sceglierà l’ospedale pubblico come gestore potrà, anche con criteri di vicinanza territoriale, eseguire visite ed esami in cliniche e centri convenzionati e, viceversa, il paziente ricoverato in una clinica o in una RSA che ha scelto come proprio gestore, potrà contare sulle prestazioni del suddetto ospedale.

Firma accordo quadro 037 2

Questo è stato il commento dei direttori delle strutture sanitarie intervenuti all’incontro odierno:

«Il nostro lavoro insieme – ha spiegato Edoardo Manzoni, direttore generale della Casa di cura Beato Luigi Palazzolo – può finalmente realizzare la centralità della persona che auspichiamo da tanto tempo. Saranno i servizi a muoversi attorno alle persone fragili e alle loro famiglie, per farsi carico dei loro bisogni».

«Abbiamo da subito aderito all’ipotesi di costruzione della rete bergamasca di presa in carico del paziente cronico – ha dichiarato il direttore generale della Clinica San Francesco, Enzo Vigutto – sia perché siamo persuasi che quando si parla di salute è la collaborazione e non la concorrenza a migliorare la qualità dei servizi, sia perché riconosciamo corrispondente alla vocazione del nostro Istituto, l’attenzione alle persone più fragili contenuta nella riforma sanitaria di Regione Lombardia».

«Abbiamo deciso di aderire con entusiasmo all’iniziativa del Papa Giovanni XXIII perché crediamo profondamente nella bontà di questa iniziativa che va a completamento della riforma della sanità lombarda – ha spiegato Roberto Rusconi, presidente del Gruppo Habilita -. Il nostro ruolo nella provincia di Bergamo si declina in sei strutture per attività riabilitativa e ambulatoriale. Risulta quindi evidente il nostro interesse per un’iniziativa fondamentalmente rivolta alla razionalizzazione del servizio sanitario per la presa in carico dei pazienti nell’ambito della cronicità».

«Quello che firmiamo oggi è un accordo importante, che si inserisce in un contesto di ampia collaborazione, già in essere su più fronti, tra l’ospedale Papa Giovanni XXIII e Clinica Castelli, a vantaggio dei pazienti del territorio – ha spiegato Paolo Merla, direttore generale della Clinica Castelli -. Attualmente, per esempio, nell’ambito della Cardiologia e della Medicina, esiste tra le due strutture una relazione consolidata ed efficace per garantire la presa in carico e la cura del paziente. In base alla specificità e all’offerta di salute che la Clinica Castelli sarà in grado di garantire sarà stabilito, entro i termini prescritti da Regione Lombardia e ATS, come dare sostanza all’accordo ‘quadro’ che oggi abbiamo firmato».

Anche Miro Radici, presidente della fondazione Santa Maria Ausiliatrice Onlus, commentando l’evento di stamattina, ha detto:

«Questo accordo risulta essere in piena linea con gli obiettivi posti dal sistema regionale in materia di cura delle persone fragili. La Fondazione, sia nel ruolo di potenziale Gestore, sia in quello di Erogatore di servizi e prestazioni sociosanitarie, con il presente accordo quadro mette a disposizione la propria esperienza e competenza, nonché i propri servizi residenziali riabilitativi e di assistenza intermedia, diurni, ambulatoriali e domiciliari, per la costruzione di una rete qualificata per la presa in carico della persona anziana fragile. Il presente accordo – ha proseguito Radici – rappresenta il consolidamento delle azioni di integrazione tra ASST e Fondazione le quali, già nell’agosto 2015, avevano sottoscritto un importante accordo per la continuità della cura e dell’assistenza delle persone fragili dell’area di Bergamo».

«E’ con soddisfazione ed ottimismo che abbiamo aderito a questo interessante progetto – ha spiegato Michele Quarenghi, Consigliere Delegato dell’omonimo Istituto Clinico – che per noi rappresenta, oltre che un nuovo passo avanti verso un modello assistenziale integrato e meglio fruibile dal cittadino, la naturale prosecuzione di una fruttuosa collaborazione con ATS Bergamo e ASST Papa Giovanni XXIII, compreso l’Ospedale di San Giovanni Bianco, con i quali abbiamo già dato vita ad un programma, attivo ormai da alcuni mesi, finalizzato alla riduzione della mobilità passiva dei pazienti cronici della Valle Brembana. L’Istituto, candidandosi anche come Gestore della presa in carico – ha continuato Quarenghi – sta quindi compiendo un ulteriore importante sforzo organizzativo per far fronte alla domanda di prestazioni dei pazienti cronici presenti sul territorio, mantenendo livelli di assistenza sanitaria di elevata qualità».

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