Dalle indagini è emersa una evasione fiscale pari a 6.800.000 euro, mentre la sproporzione tra i redditi ufficialmente dichiarati dalla famiglia e quelli realmente da essa disponibili, è stata quantificata in 50.535.000 euro.
Bergamo, 2 agosto 2017
Il Nucleo P.T. della Guardia di Finanza di Bergamo e quello investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri, della stessa città, hanno condotto, autonomamente, una minuziosa attività investigativa nel settore delle misure di prevenzione dettate dall’ex D.L.vo 159/11 (Codice Antimafia), nei confronti dei membri di un gruppo famigliare di etnia rom “Horvat-Nicolini”, residenti nella provincia di Bergamo, composto da 74 soggetti di cui 41 maggiorenni, tramite approfonditi accertamenti patrimoniali e precedenti di polizia con riferimento all’arco temporale 1985/2015.
L’esito di tale accertamento ha permesso di appurare che i 41 maggiorenni del gruppo non hanno mai svolto alcuna attività lavorativa in maniera lecita; hanno acceso, formalmente, diverse partite IVA, nel settore della compravendita di autovetture, senza mai ottemperare ai previsti obblighi dichiarativi di natura fiscale; inoltre hanno accumulato diverse condanne irrevocabili e numerosissimi precedenti di polizia (294 deferimenti all’A.G. a carico di 37 di loro), di cui il 50% per reati contro il patrimonio (truffe, usure, appropriazioni indebite, etc.).
In questo ultimo trentennio hanno ufficialmente dichiarato redditi per complessivi euro 117.000 (in media pari a euro 99,89, cadauno, per ogni anno d’imposta); hanno immatricolato circa 1.600 autoveicoli per un valore complessivo di quasi 30.000.000 di euro; hanno, altresì, acquistato immobili e costruito abitazioni per oltre 10.000.000 di euro. Negli ultimi accertamenti fiscali l’Amministrazione Finanziaria ha contestato loro la percezione di redditi non dichiarati pari ad euro 6.800.000. Nel corso di minuziosi accertamenti condotti dai succitati militari, resi particolarmente complessi dalla difficile ricostruzione degli effettivi rapporti familiari sussistenti tra i soggetti, è stata quantificata in euro 50.535.000 la sproporzione tra i redditi ufficialmente dichiarati dal gruppo familiare e quelli realmente disponibili dal gruppo stesso.
Alla luce delle risultanze emerse, tenuto anche conto della pericolosità sociale dei soggetti in parola, è stata avanzata alla locale Procura della Repubblica, la richiesta di emissione di provvedimenti personali di sorveglianza speciale e di decreti di sequestro preventivo dei beni.
A fronte di tale richiesta di emissione di provvedimenti di natura personale e ablativa, il Collegio delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Bergamo ha disposto 6 provvedimenti personali di sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel Comune di residenza; il sequestro di 1.133.000 euro, corrispondenti a 7 immobili, 10 autoveicoli e diversi conti correnti accesi presso vari istituti di credito. Inoltre 3 componenti della famiglia sono stati denunciati in stato di libertà per violazione dell’art.12 quinques del DL 306/1992 “trasferimento fraudolento di beni”.