Il Comitato dei Sindaci per il Sì al referendum per l’autonomia della Regione Lombardia spiega, in un documento, le sue ragioni per il Sì
Bergamo 29 agosto 2017
Oggi pomeriggio, a Palazzo Frizzoni, ha avuto luogo un incontro tra il Comitato dei Sindaci per il Sì al referendum per l’autonomia della Regione Lombardia e i mass-media locali, nel corso della quale è stato presentato il logo dell’iniziativa dei sindaci in vista del referendum del prossimo 22 ottobre.
E’ stato il Sindaco Giorgio Gori a fare gli onori di casa ai colleghi di Brescia, Varese, Lecco, Cremona, Mantova e Sondrio, nonché ai presidenti delle province lombarde tra cui Bergamo, Mantova, Lodi e Pavia.
Ciò che accomuna i primi cittadini lombardi è il principio del regionalismo differenziato, basato sull’applicazione dell’art. 116/ter della Costituzione.
«…..crediamo che l’unità nazionale sia un valore indiscutibile – si legge nel documento che hanno presentato – , al pari della solidarietà tra territori, e riteniamo però auspicabili che e Regioni in equilibrio di bilancio si vedano riconosciute competenze aggiuntive, tra quelle elencate dall’art. 117 della Carta Costituzionale, accompagnate da adeguate risorse, così da valorizzare le vocazioni e le specificità di ciascun territorio….».
E’ noto, già da tempo, perché più volte affermato dal sindaco Giorgio Gori, che il referendum consultivo in parola avrebbe potuto essere evitato, in quanto la Regione Lombardia avrebbe dovuto avviare la trattativa con le istituzioni statali chiedendo un mandato ai cittadini lombardi. Ma il referendum è stato ormai convocato e non si può più tornare indietro.
«….il referendum del prossimo 22 ottobre, seppure in forma consultiva – continua il documento dei sindaci – affronta invece un tema che ci sta molto a cuore: la possibilità di rafforzare l’autonomia della Lombardia attraverso l’attribuzione di ulteriori competenze e risorse: tra queste l’Ambiente anche in ragione delle particolari condizioni di inquinamento che caratterizzano il territorio lombardo, e la ricerca per l’innovazione tecnologica, decisiva per la competitività della Lombardia su scala europea. Più autonomia richiederà anche più efficienza, ovvero quella capacità di svolgere quelle funzioni meglio di quanto lo Stato non faccia, ottimizzando le risorse disponibili, e la capacità di coinvolgere tutti i territori e le istituzioni della Lombardia, evitando così – conclude il documento – un eccessivo centralismo regionale».