L’opera è parte degli “Orti del Terzo Paradiso – Coltivare la città” a cura di “Cittadellarte-Fondazione Pistoletto” e “n.o.v.a. Civitas”: serie di spazi verdi che invitano a ripensare una nuovo rapporto tra il tessuto urbano e l’agricoltura.
Bergamo, 16 Ottobre 2017
E’ stato inaugurato lo scorso venerdì all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo l’opera di land art “Terzo Paradiso”, dell’artista piemontese Michelangelo Pistoletto.
Simbolo di una nuova era in cui natura e artificio si ricongiungono in un nuovo Eden in terra, il Terzo Paradiso è una rivisitazione del classico simbolo matematico dell’infinito, dove tra i due cerchi originari trova spazio un terzo segno circolare. I due cerchi all’estremità rappresentano Natura e Tecnologia, mentre il centro si interpone tra i due a scongiurare il pericolo di uno scontro e a rappresentare il passaggio ad un nuovo livello di civiltà, in cui scienza e tecnologia raggiungono l’armonia.
All’Ospedale di Bergamo la forma che contraddistingue il “nuovo segno d’infinito” è stata ottenuta attraverso particolari movimenti del terreno e dune rialzate. L’opera si compone dei tre classici cerchi realizzati con dune alte 1,80 metri sulle quali si è provveduto a impiantare essenze vegetali che, grazie alla loro crescita, attireranno pazienti e visitatori che ammirare l’opera in questione. Grazie alla collaborazione con Eugea, il simbolo è stato integrato e arricchito da un nucleo di piante ad alto contenuto di nettare capace di attirare farfalle autoctone in via d’estinzione, favorirne il ripopolamento e la costituzione di una porzione di corridoio ecologico per incrementare la biodiversità dell’area.
«Il Terzo Paradiso è la fusione tra il primo e il secondo paradiso – ha spiegato Michelangelo Pistoletto –. Il primo è il paradiso in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana attraverso un processo che ha raggiunto oggi proporzioni globalizzanti. Questo paradiso è fatto di bisogni artificiali – ha aggiunto l’artista – di prodotti artificiali, di comodità artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altra forma di Artificio. Il progetto del Terzo Paradiso consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra, congiuntamente all’impegno di rifondare i comuni principi e comportamenti etici, in quanto da questi dipende l’effettiva riuscita di tale obiettivo».
Per l’Ospedale Papa Giovanni XXIII la scelta di ospitare tramite un progetto di “land art” il Terzo Paradiso vuole essere un modo per rappresentare il senso di rinascita che si associa ad un luogo di cura, offendo allo stesso tempo a pazienti, familiari e visitatori uno spazio verde dove incontrarsi, passeggiare e trovare conforto.
«E’ un grande onore per il nostro ospedale ospitare l’opera di uno dei maggiori artisti contemporanei – ha sottolineato Carlo Nicora, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII –. punta di diamante della nostra collezione, che spazio dall’800 ai giorni nostri. Il Terzo Paradiso è un simbolo di speranza e fiducia verso il futuro che con grande intensità esprime l’incontro tra natura e tecnologia – ha proseguito Nicora – un binomio che ogni giorno si ripete al Papa Giovanni. Qui ogni anno vengono alla luce 4 mila bambini e più di 300 persone guariscono da malattie gravi grazie ad un trapianto di organi e tessuti, grazie ad un sinergico contributo che viene dalla natura, dalla professionalità degli operatori e dalla moderna tecnica medica».
«Questa opera è dedicata alle donne e agli uomini che mettono al servizio della comunità la loro professionalità e parte della loro vita affinché nel nostro ospedale ogni giorno si possa nascere e rinascere“ – ha commentato Santo Radici, direttore dell’Unità di Politiche e gestione del personale del Papa Giovanni XXIII e tra i promotori del progetto».
L’opera è stata realizzata nella porzione nord dell’area verde compresa tra i locali dell’elisoccorso e lo spazio antistante il Pronto soccorso dell’Ospedale di Bergamo denominata Parco Ovest, il cui progetto è stato firmato dallo studio di architettura Traversi+Traversi.
«Siamo felici di aver potuto collaborare con Michelangelo Pistoletto per il Terzo Paradiso – ha commentato Pippo Traversi – che si inserisce come elemento cardine nel disegno del Parco Ovest dell’Ospedale, progettato per dare ai parenti, ai loro famigliari e al personale un luogo di distensione, di riposo, riflessione».
Il progetto del Terzo Paradiso a Bergamo è stato reso possibile grazie alla collaborazione del circolo Love Difference di Palazzolo sull’Oglio, che attiva processi creativi che favoriscono l’espressione del singolo nel collettivo, lo sviluppo di nuovi punti di vista e la crescita di consapevolezza del sé come ‘singolare-plurale’.
«E’ stata una bellissima esperienza collaborare con un grande ospedale come il Papa Giovanni XXIII e condividere il progetto del Terzo Paradiso – ha commentato Grazia Omodei, Presidente di Love Difference – con tutte le professionalità ogni giorno impegnate ad assistere chi “nasce e rinasce».
Principale sostenitore del progetto è stata la Fondazione UBI Banca Popolare di Bergamo, nei cui scopi statutari viene dato ampio risalto alla tutela, alla valorizzazione ed alla progettazione di opere di interesse artistico.
«Rientra pienamente in quest’ambito la realizzazione dell’opera di Michelangelo Pistoletto nell’area esterna dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII – ha fatto presente Emilio Zanetti, presidente della Fondazione –. La Fondazione costituita l’8 novembre 1991 per volontà della Banca Popolare di Bergamo, quale “socio fondatore”, si è fatta e si fa carico della conservazione e della trasmissione di quel patrimonio di conoscenze, esperienze e valori che formano la cultura e la storia di una città e di un territorio, a partire da tutte quelle peculiarità, “nascoste” o quasi agli stessi bergamaschi, che rendono lustro e vanto alla nostra città. E l’opera “Terzo Paradiso” riteniamo che abbia tutte le potenzialità per esprimere, oggi ed in futuro, questa sua duplice valenza di architettura verde e di “land art” e di arte concettuale attraverso cui esprimere quel bisogno di cura, di guarigione e di rinascita che le persone desiderano associare ad una struttura ospedaliera d’avanguardia quale il Papa Giovanni XXIII. Una Fondazione Bancaria come la nostra – ha proseguito Zanetti – è parte integrante della storia del suo territorio: riteniamo quindi il sostegno al progetto di Michelangelo Pistoletto un obbligo morale oltre che un dovere istituzionale a cui abbiamo ottemperato senza indugio nella piena consapevolezza che la realizzazione di interventi fondamentali per lo sviluppo, culturale od economico, della nostra terra richieda oltre ad un sostegno forte, unanime e concreto delle Istituzioni e degli Enti locali una collaborazione sempre più stretta con le realtà territoriali che di questo sviluppo sono anima e motore».