Il corteo pacifico dei manifestanti si è mosso questo pomeriggio da piazza stazione, percorrendo la centrale via Papa Giovanni XXIII per raggiungere poi lo spazio Edonè.
Bergamo, 15 ottobre 2017
Giornata conclusiva oggi a Bergamo del G7 dell’agricoltura con i ministri di Usa, Canada, Germania, Giappone, Francia e Regno Unito, guidati dal Sindaco Giorgio Gori e dal Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Il Summit ha avuto luogo nel medioevale Palazzo della Ragione, a Bergamo Alta.
I punti salienti della riunione sono stati la salvaguardia del reddito dei produttori dalle calamità naturali e crisi del mercato, esigenze dei coltivatori e mercato globale, protezione dei prodotti locali dalla concorrenza sleale e dalla contraffazione, investimenti nei Paesi nei Paesi in via di sviluppo per produrre reddito. E’ stata inoltre approvata dai rappresentanti dei sette Paesi, all’unanimità, la dichiarazione volta a togliere dalla fame 500mila persone nel continente africano e nelle zone rurali del Terzo Mondo. L’alternativa si basa sulla cooperazione agricola, le moderne tecnologie, l’educazione, la formazione dei prezzi.
Parimenti, oggi pomeriggio, alle 14,30, ha avuto luogo la manifestazione della “Rete bergamasca per l’alternativa al G7”, il cui corteo, partendo da piazza stazione si è messo in marcia percorrendo la via Papa Giovanni XXIII per raggiungere poi lo spazio Edonè.
In un loro manifesto si legge:
«…..Il G7, specchio per le allodole, dove nulla viene deciso è un meeting costruito su decisioni già prese, riprodotte e riaffermate nella cornice ideologica tecno-scientifica propagandata da Bergamoscienza, e che gestisce e riordina tra i suoi ranghi il dissenso formale con happening biologici come la “Biodomenica”……di fondo sono tutti eventi figli dello stesso paradigma antropocentrico e tecno-scientifico: L’alternativa non solo si propone come convivenza e cogestione, ma non è nemmeno un’alternativa: è totalmente complice di questo sistema a cui permette di rinnovarsi continuamente, dopo che ogni disastro impone un nuovo innalzamento della soglia di tollerabilità…..noi non possiamo partecipare a inutili happening mediatici alternativi, o di entrare a far parte di comitati bioetici insieme a chi produce o legittima con teorie filosofiche di ultima generazione lo sterminio e l’estinzione della vita come la conosciamo».
Il Gruppo denuncia, inoltre, il disinteressamento dei rappresentanti del G7 per il divieto dell’uso di prodotti a base di OGM (organismi geneticamente modificati), e di quelli come l’erbicida “Glifosade” che una multinazionale israeliana, con sede a Grassobbio, produce e commercializza avvelenando le colture.
L’intervista alla Leader del gruppo
Per saperne di più, prima dell’inizio della marcia del corteo, ci siamo avvicinati a Roberta Maltempi, coordinatrice di “Rete bergamasca per l’alternativa al G7”, alla quale abbiamo chiesto un suo parere sul Summit in corso.
Ecco la sua risposta: