Gli effetti tumorali possono comparire a distanza di decenni. E’ in atto uno studio da parte dei ricercatori per valutare il grado di tossicità di alcuni elementi tossici (nichel, cromo, manganese, cobalto) dell’inchiostro che arrivati fino ai linfonodi, provocano un loro ingrossamento cronico e, a lungo termine, possono rappresentare la causa di tumori.
Grenoble, 22 ottobre 2017
I tatuaggi possono causare tumori. Un recente studio dimostra che i pigmenti impiegati nell’inchiostro da tatuaggio migrano sino ai linfonodi, portando ad un loro ingrossamento cronico. Per quanto gli effetti a lungo termine del fenomeno siano ancora poco studiati e conosciuti, questo dato ha creato una certa inquietudine nei media, indicando i tatuaggi come possibile causa di tumori, anche se si tratta di risultati ancora troppo preliminari per giungere ad una qualsiasi conclusione. Secondo Hiram Castillo Michel della European Synchotron Radiation Facility di Grenoble, le infezioni cutanee sono comuni effetti collaterali dei tatuaggi, e spesso si riferiscono a granulomi ed allergie, che compaiono direttamente nell’area tatuata. Gli effetti collaterali cronici come i tumori sono più difficili da individuare, dato che di solito non emergono prima di decenni dall’esposizione. Il deposito di elementi dall’inchiostro nei linfonodi non era mai stato investigato finora, ma dato che non sono attualmente disponibili dati sull’esposizione ad elementi tossici, il tatuato dovrebbe essere consapevole dei potenziali rischi comportati da colori che vengono in genere ritenuti sani. Fino a questo momento, i regolamenti relativi alla sicurezza dei tatuaggi sono stati incentrati principalmente sull’igiene e sulla prevenzione delle infezioni. L’inchiostro impiegato nei tatuaggi, in genere, contiene pigmenti organici, ma può includere anche nickel, cromo, manganese, cobalto o diossido di titanio, alcuni dei quali sono considerati cancerogeni o sensibilizzanti, e sono potenzialmente pericolosi per la salute. Onde valutare correttamente questo rischio sarebbero necessarie ulteriori indagini sulla quantità media di queste sostanze nella cute, allo scopo di stimare la misura in cui esse aumenterebbero il rischio oncologico nell’arco della vita. I ricercatori prevedono anche di continuare ad investigare il carico dei pigmenti e dei metalli pesanti su altri organi interni a distanza, in modo da identificare i potenziali siti di migrazione degli inchiostri. La biodistribuzione, il metabolismo e la potenziale escrezione delle sostanze sono punti chiave necessari per valutarne la tossicità. E’ possibile prevedere un maggior tasso metabolico specialmente quando i pigmenti organici vengono trasportati verso il fegato, e le proprietà tossicologiche dei prodotti di reazione sono finora completamente ignote.
Fonte: Popular Science da MSD Salute ( Sci Rep online 2017, pubblicato il 12/9)