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I due pensionati, autori del brutale gesto, dovranno rispondere di maltrattamenti di animali. ATS ed ENPA di Bergamo interverranno nel procedimento giudiziario, quali Enti rappresentativi di interessi lesi dal reato

Bergamo, 28 novembre 2017

La posizione dei due pensionati di Zanica un 77enne e un 83enne, denunciati per aver preso a bastonate una cagna di razza setter di 11 anni, malata di tumore, e per averla sepolta viva, si è aggravata a seguito del decesso dell’animale. Il fatto è accaduto lo scorso 3 novembre: una passante ha visto la testa dell’animale fuoriuscire dalla terra emettendo guaiti e ha chiamato subito i soccorsi che sono intervenuti portando la cagna al canile di Verdello, dove, a seguito delle prime cure, è sopravvissuta, ma le sue condizioni, dopo qualche settimana dal fatto, si sono aggravate e adesso è deceduta. Per tale motivo la posizione  dei due pensionati adesso si mette male.

Ats Bergamo, quale Ente rappresentativo di tutela degli animali, interverrà nel procedimento giudiziario avviato contro i due pensionati, che dovranno rispondere all’Autorità Giudiziaria di maltrattamento degli animali stessi.

Si è costituita parte civile anche l’Enpa, Ente nazionale protezione animali, che con Ats Bergamo porta avanti, da tempo, attività di formazione e informazione in difesa degli animali, affinché non si verifichino più atti di simile crudeltà.

«È nostro dovere dichiara Mara Azzi, direttore generale Ats Bergamo(nella foto)  impegnarci per sensibilizzare la cittadinanza rispetto al ruolo attivo che gli animali hanno nella nostra società. Ats Bergamo è in campo da sempre per tutelare i loro diritti favorendo una corretta convivenza tra uomini e animali domestici prosegue Azzi tutelando gli animali di affezione e prevenendo il randagismo, vigilando sull’impiego degli animali utilizzati negli interventi assistiti di pet therapy, coordinando le attività collegate all’Anagrafe Canina, dirigendo il Canile Sanitario e avviando iniziative di formazione e informazione da svolgere anche in ambito scolastico. Per questo, di fronte a un gesto di tale violenza, non potevamo non fare la nostra parte. Per questo motivo − conclude la dirigente − interverremo nel procedimento nella speranza che simili azioni non accadano mai più».

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