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Alcuni test hanno dimostrato che l’artrite reumatoide causa non solo un danno articolare e disabilità, ma anche un incremento del rischio di altri problemi a lungo termine, a causa dell’infiammazione, tra cui la cardiopatia

 

I pazienti con artrite reumatoide presentano un incremento del rischio di infezioni gravi, infarto miocardico e coronaropatie. Come illustrato da Paul Muntner dell’università dell’Alabama, autore di un’indagine su circa 34.000 pazienti, questi dati si aggiungono alle evidenze in accumulo che rafforzano l’obiettivo di ottenere un basso livello di attività della malattia in questi pazienti.

Lo studio ha impiegato un test di attività della malattia multibiomarcatore (MBDA) disponibile in commercio che si basa su esami del sangue per analizzare la correlazione fra attività della malattia e sviluppo di queste comorbidità. Questo test dimostra che la presenza di una patologia attiva è negativa in quanto porta non soltanto a danno articolare e disabilità per via della malattia stessa, ma anche ad un incremento del rischio di altri problemi a lungo termine. Alcuni esperti affermano che questi dati provano l’ipotesi secondo cui l’infiammazione determina le cardiopatie. I pazienti dovrebbero dunque essere trattati sino ad un certo obiettivo correlato all’attività della malattia, e dato che esistono molteplici patologie infiammatorie, potrebbe essere opportuno valutare il carico infiammatorio di ciascun paziente nel suo complesso, agendo sulle eventuali patologie trattabili.

Fonte: Ann Rheum Dis online, 22/1/2018

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