Eseguite sei ordinanze di custodia cautelare e sequestri di beni per oltre 2milioni di euro
Varese, 6 marzo 2018. Le Fiamme Gialle di Gallarate, al termine di una complessa indagine, denominata “Operazione Factotum”, messa in atto nei confronti di un commercialista che operava tra le province di Varese, Bergamo e Brescia, hanno eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare, di cui 2 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 2 con obbligo di dimora, nei confronti dell’anzidetto commercialista e 5 imprenditori residenti nelle succitate Province lombarde, nonché il sequestro di beni immobili, autovetture e quote societarie per circa 2 milioni di euro.
L’operazione si è articolata anche mediante l’esecuzione di 12 verifiche fiscali, che hanno portato al recupero di oltre 25 milioni di euro di base imponibile sottratta all’imposizione ai fini delle Imposte Dirette, di circa 4 milioni e mezzo di IVA non versata e al rilevamento di 8 milioni di euro di falsi crediti indebitamente compensati, nonché alla scoperta di circa 1.500 lavoratori irregolari, la cui posizione è ora al vaglio dei competenti Enti di previdenza.
Nell’ambito dell’indagine della Procura della Repubblica di Busto Arsizio risultano complessivamente indagati 17 persone che, a vario titolo, hanno preso parte all’attività illegale e che si sono resi responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, presentazione di dichiarazioni fiscali fraudolente mediante l’annotazione e l’utilizzo di false fatturazioni, riciclaggio, nonché reati fallimentari ed evasione contributiva.
Le indagini hanno preso l’avvio proprio dalle parecchie anomalie rilevate nel corso della verifica fiscale nei confronti del commercialista di Gallarate, il quale sfruttando la propria esperienza nel settore tributario, oltre ad abbattere il proprio reddito mediante l’utilizzo di false fatture, è risultato essere l’artefice del complessivo sistema fraudolento.
In particolare, il professionista ideava per i propri clienti meccanismi “ad hoc” per non versare imposte al fisco, mediante apposite consulenze fiscali illecite, nonché formando e fornendo loro fatture false e modelli F24 con dati alterati, per abbattere le relative tassazioni e versamenti. L’attività investigativa si è estesa anche a quelle imprese la cui contabilità era gestita dal professionista gallaratese e che riportavano le anomalie succitate.
Dall’esame della molteplice documentazione contabile, passata a setaggio dai militari, e dalle posizioni bancarie delle medesime aziende, è emerso un consolidato sistema fraudolento finalizzato a nascondere al fisco i reali introiti delle realtà imprenditoriali attenzionate dagli investigatori.