Nei diabetici che hanno placche aterosclerotiche, bere vino potrebbe ridurre la presenza di queste formazioni nei vasi sanguigni. A evidenziarlo, sull’European Journal of Clinical Nutrition, è stato uno studio coordinato da Rachel Golan, del Ben-Gurion University of the Negev a Beer Sheva, in Israele
Reuters Health, 19 marzo 2018. I ricercatori hanno esaminato i dati provenienti da 224 persone con diabete di tipo 2 che normalmente non bevevano alcoolici, ma alle quali è stato chiesto di seguire una dieta mediterranea e di bere circa un bicchiere da 150 ml di vino rosso o bianco tutti i giorni a cena.
Tra il sottogruppo di 174 persone che si erano sottoposte all’ecodoppler delle arterie, il 45% aveva una placca rilevabile all’inizio dello studio.
La maggior parte dei partecipanti, inoltre, era in sovrappeso o obesa.
Il 65-70% di questi diabetici, infine, assumeva farmaci per abbassare i livelli di colesterolo o altri grassi nel sangue e la maggior parte assumeva anche antidiabetici.
A due anni dall’inizio dello studio, i ricercatori non hanno evidenziato differenze per quel che riguardava l’aumento delle placche aterosclerotiche, indipendentemente dal fatto che i partecipanti bevessero o meno. Per quanto riguarda le placche a livello delle arterie, invece, ci sarebbe stata una leggera, ma statisticamente significativa, riduzione dei depositi nei vasi sanguigni.
Le osservazioni
Una limitazione dello studio sarebbe dovuta al fatto che l’effetto potrebbe essere stato causato dalla dieta mediterranea, piuttosto che dal vino. Inoltre, i ricercatori avevano solo immagini ecografiche di accumulo di placca per una piccola percentuale di pazienti e il periodo di follow-up di due anni potrebbe non essere lungo abbastanza da consentire di rilevare differenze significative nell’accumulo di placca.
Nonostante questo, «tra i pazienti con diabete sotto controllo e basso rischio di abuso di alcool – ha ammesso Rachel Golan, autrice principale dello studio – avviare un moderato consumo di vino nel contesto di una dieta sana sembra apparentemente sicuro e potrebbe ridurre, anche se di poco, il rischio cardiometabolico».
«L’alcool potrebbe aiutare ma non è privo di rischi ─ ha spiegato Gregory Marcus, dell’Università della California di San Francisco, non coinvolto nello studio ─. Potrebbe infatti aumentare il rischio di problemi al ritmo cardiaco, che a loro volta possono causare ictus. Per questo, anche se l’alcool potrebbe aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari in alcune circostanze, non ci sono prove sufficienti per suggerire alle persone di iniziare a bere», ha concluso l’esperto.
Fonte: European Journal of Clinical Nutrition