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I dipendenti incriminati, inoltre,  si allontanavano spesso dal posto di lavoro

Sono stati incriminati per i reati di falso ideologico, abuso d’ufficio, truffa ai danni dello Stato e interruzione di pubblico servizio

 

 

Cremona, 6 aprile 2018 – La GdF di Cremona, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, ha condotto una complessa indagine per il contrasto di reati contro la Pubblica Amministrazione e la frode fiscale internazionale. Nell’ambito del primo filone investigativo, al termine delle indagini preliminari, sono stati rinviati a giudizio tre dipendenti della Motorizzazione civile di Cremona che si sono resi responsabili dei reati di falso ideologico, abuso d’ufficio, truffa ai danni dello Stato e interruzione di pubblico servizio.

Le Fiamme gialle cremonesi hanno accertato che, in numerose circostanze, i dipendenti incriminati avevano commesso gravi irregolarità attinenti la rendicontazione dell’orario di lavoro, percependo in modo fraudolento cospicue indennità in denaro e rendendosi protagonisti di frequenti casi di allontanamento dal posto di lavoro.

Tali condotte illecite sono state appurate attraverso una capillare attività di pedinamento e appostamento nel corso di tre mesi. Il successivo riscontro dei registri di presenza della motorizzazione civile ha consentito di accertare centinaia di episodi nell’ambito dei quali i tre si sono allontanati dal luogo di lavoro senza autorizzazione, recandosi a fare la spesa, commissioni di carattere privato e, talvolta, per questioni strettamente personali. Gli stessi hanno, inoltre, rendicontato fraudolentemente e riscosso compensi in denaro, nel solo periodo monitorato, per oltre 250 ore di lavoro non eseguito, indennità chilometriche e rimborsi carburanti non spettanti per notevoli importi che saranno analiticamente ricostruiti al fine di quantificare esattamente il danno erariale cagionato per il quale i tre dipendenti saranno segnalati alla Corte dei Conti.

Nel corso delle indagini, volte a smascherare i funzionari infedeli, i finanzieri hanno condotto, inoltre, sempre presso la locale motorizzazione civile, un nuovo filone di indagine che ha portato alla scoperta di una c.d. “frode carosello”, ovvero l’importazione di autovetture dalla Germania e dalla Svizzera.

Il sistema riguardava l’illecita immatricolazione di autovetture riconducibili a noti marchi automobilistici tedeschi (Porche, Audi, Mercedes, BMW) attraverso l’utilizzo di false dichiarazioni doganali presentate agli uffici della motorizzazione con le quali si attestava che l’I.V.A. riguardante gli autoveicoli era stata corrisposta in dogana. L’organizzazione che faceva capo a un commerciante di auto cremonese ha utilizzato, quale prestanome per l’importazione dei veicoli, un anziano signore ricoverato presso una casa di riposo di Milano. Successivamente, mediante un giro di fatture per operazioni inesistenti, 5 imprenditori operanti nel settore del commercio di automobili (attivi nelle province di Milano, Brescia, Cremona e Reggio Emilia) hanno commercializzato irregolarmente sul territorio Nazionale 200 autovetture. Il tutto non dichiarando al fisco ricavi per oltre 10 milioni di euro e omettendo il versamento di I.V.A per 2 milioni di euro. Gli imprenditori sono stati denunciati alla locale A.G. per frode fiscale e falso materiale in atto pubblico e nei loro confronti è stato proposto un sequestro dei beni per 2,3 milioni di euro.

L’operazione della GdF è stata attuata, coerentemente con gli obbiettivi strategici del Corpo, al fine di reprimere ogni forma di illegalità nell’ambito della pubblica amministrazione e contrastare le frodi fiscali, nonché le condotte evasive nei confronti dell’erario.

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