Maxifrode fiscale nel commercio di rame, scoperta dalle Fiamme Gialle bresciane: fatture false per 515 milioni di euro e IVA non versata per 60 milioni di euro
Brescia, 26 aprile 2018 – La GdF di Brescia, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha scoperto un’insidiosa frode fiscale commessa tra il 2011 ed il 2015 da spregiudicate società operanti nel settore del commercio della vergella e del filo di rame che, mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture false per 515 milioni di euro, hanno frodato all’Erario oltre 60 milioni di euro.
L’attività investigativa, svolta dai finanzieri di Pisogne, trae origine da una verifica fiscale condotta nei confronti di un’azienda operante nel settore del commercio di metalli non ferrosi e poi si è estesa ad un’ampia attività d’indagine nei confronti di altre 7 aziende.
Ecco che cosa è emerso dalla verifica fiscale
Numerose operazioni commerciali erano delle mere finzioni allo scopo di garantire la giustificazione contabile per l’acquisto di materiale mai avvenuto; i successivi approfondimenti, condotti sia sui documenti contabili che extra-contabili delle società oggetto di verifica fiscale, hanno poi consentito di quantificare con precisione la frode commessa tra il 2011 ed il 2015.
I responsabili delle aziende (residenti nelle province di Brescia, Milano, Vicenza e Lecce) sono stati tutti denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia per i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta ed occultamento di documenti contabili.
La Guardia di Finanza, quale unico organo di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria con competenze specialistiche in campo tributario, agisce prioritariamente mediante attività investigative basate sull’utilizzo combinato delle tecniche di analisi di operazioni aziendali, contabili e finanziarie e gli strumenti del codice di procedura penale, costituendo un unicum nello scenario nazionale ed internazionale.