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In ricorrenza dei 110 anni dalla nascita di Giacomo Manzù, la Provincia ha allestito una mostra a Palazzo di via Tasso e, in collaborazione con la Fondazione Accademia Carrara, ha realizzato una cartina con un itinerario sul territorio orobico legato alla vita e alle opere dell’artista bergamasco
Bergamo, 18 maggio 2018 – Ieri pomeriggio, nella sala consiliare della Provincia, il presidente Matteo Rossi; Alberto Vergalli, consigliere delegato alla Cultura; Maria Cristina Rodeschini, direttrice dell’Accademia Carrara hanno presentato l’evento “Manzù tra vita e opere”.
Per ricordare il grande artista nella ricorrenza dei 110 anni dalla nascita, la Provincia in collaborazione con la Fondazione Accademia Carrara ha realizzato una cartina con un itinerario sul territorio bergamasco legato alla vita e alle opere di Giacomo Manzù e ha allestito, nel Palazzo di via Tasso, l’opera “Morte di Abele“, che potrà essere ammirata dai visitatori fino al 15 giugno 2018.
Si tratta di un bassorilievo in bronzo realizzato nel 1962/63 di proprietà di un collezionista privato, con tutta probabilità la prima prova in cui Manzù si confronta con la raffigurazione della morte di Abele, e che inizialmente doveva essere collocato nella Porta della morte della Basilica di San Pietro in Vaticano, poi scartato dalla Commissione apposita e sostituito con una nuova versione che accompagna altre tre formelle realizzate sempre da Manzù e collocate nel battente sinistro della porta (Morte di Giuseppe, Morte per violenza, Morte di Papa Giovanni XXIII).

In occasione della presenza di questa importante opera, il Palazzo di via Tasso aprirà d’ora in poi il cancello del giardino che contiene una esposizione di sculture di Manzù acquistate dalla Provincia negli anni. L’opera “Morte di Abele” e il giardino potranno essere visitati fino al 15 giugno da lunedì a venerdì dalle ore 8.30 alle 18.30, mentre da lunedì 18 giugno il giardino rimarrà comunque aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 17.

La mostra si svolge in concomitanza del ritorno a casa delle spoglie del pontefice di Sotto il Monte. «Abbiamo in mente un ambizioso progetto di valorizzazione della figura e della produzione artistica di Manzù ha dichiarato il presidente Matteo Rossi (nella foto)  attraverso lo scambio di opere che passa da iniziative che prendono il via oggi. Manzù insieme a Papa Roncalli sono due grandi figli di questa terra – ha proseguito uniti da vicissitudini e legami profondi. L’occasione li fa incontrare nuovamente, in modo ideale, nella terra di origine. Ci auguriamo che il ritorno del pannello “Morte di Abele”, che temporaneamente si aggiungerà alla platea delle sculture di Manzù esposte nel cortile di via Tasso insieme alla conoscenza delle opere distribuite sul territorio e raccolte nella cartina, possano essere un volano per avverare il sogno di realizzare un museo dedicato a Manzù», ha concluso.

«Avvicinare con una mappa che individua percorsi culturali praticabili nel territorio bergamasco, legati alla vita e alla presenza di opere di Manzù ha sottolineato Maria Cristina Rodeschini significa promuovere e diffondere la conoscenza di questa grande figura del novecento italiano a partire dai luoghi delle sue origini. Manzù ha molto amato Bergamo e non ha mai dimenticato i suoi inizi difficili ha aggiunto ma densi di forti suggestioni che lo hanno accompagnato come artista per tutta la sua esistenza. Il bassorilievo con la Morte di Abele esposto per la prima volta in Lombardia si pone quale omaggio all’intenso rapporto tra lo scultore e Giovanni XXIII in occasione della peregrinatio della salma di Angelo Roncalli ha concluso che tra la fine di maggio e l’inizio di giugno prossimi richiamerà l’attenzione di tutti sul pontefice santo e sul suo messaggio universale di pace».

Commento di Maria Cristina Rodeschini, direttrice dell’Accademia Carrara

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