Giovani laureati Il sindaco Giorgio Gori
Il cantautore ha prima parlato ai giovani laureati esaltando il valore dell’amore, e poi si è esibito in uno dei suoi recenti successi: “Sogna ragazzo sogna”.
Bergamo 7 ottobre 2018 – Si e’ svolta stamattina nella splendida cornice di Piazza Vecchia, a Città Alta, il Graduation Day, cerimonia pubblica di consegna dei diplomi di laurea ai giovani neolaureati dell’Ateneo, alla presenza di Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università; Giorgio Gori, sindaco di Bergamo; Marco Busetti, Ministro dell’Istruzione; Roberto Vecchioni, ospite speciale; tantissime persone che si sono fermate nella splendida piazza per ammirare la suggestiva cerimonia e, inoltre, tutto il corpo accademico dell’Ateneo, e altre autorità civili, militari e religiose cittadine, tra cui il Questore Girolamo Fabiano.
Ha dato inizio al suggestivo evento il rettore dell’Università, Remo Morzenti Pellegrini, che ha detto:
«Questo è un momento di grande emozione, un giorno felice per la celebrazione del “Graduation Day”, cerimonia che abbiamo scelto di fare per un motivo ben preciso: quest’anno ricorre il 50° anniversario della nostra Università; era il lontano 1968, quando si decise di istituire il nostro Ateneo nel prestigioso Palazzo del Podestà, scelto come sede storica. Nacque così l’Università di Bergamo – prosegue – che fin dalle sue origini si è caratterizzata attraverso un profondo legame con il territorio e le sue istituzioni. Il prof. Vittore Branca, primo rettore dell’Ateneo dal 1968 al 1972, fece attivare alcuni corsi dedicati a 5 lingue straniere fondamentali: francese, inglese, spagnolo, russo, tedesco, e si fece promotore per la creazione un ambiente culturale ricco di scambi internazionali. La nascita dell’Università ha risposto così alla creazione di un ambiente ricco di idee e di dimensione umana e culturale, proponendo la cooperazione attiva tra vita pubblica, mondo produttivo e percorso culturale fin dalla sua nascita. Nel 50° anniversario dell’Ateneo – conclude – ci proponiamo di essere sempre capaci, in questo processo di crescita e di condivisione, con tutte le istituzioni. Quello di oggi è un traguardo meritato e ciò che cerchiamo di trasmettere agli studenti è di sentirsi sempre in movimento nell’apprendere».
Il Questore Girolamo Fabiano Il corpo docente dell’Università
«Do il benvenuto al Ministro, ai giovani laureati, ai loro genitori a a tutte le persone che si trovano presenti oggi in questa piazza – aggiunge Giorgio Gori – . Voglio rivolge il mio augurio ai giovani laureati, condividendo la loro emozione assieme a quella di dei loro genitori, ben sapendo i sacrifici cui sono andati incontro per raggiungere questo ambito traguardo della loro formazione. La nostra primaria responsabilità di genitori – prosegue Gori – è quella di educare i ragazzi alla cultura per il loro futuro. Sicuramente questo giorno speciale di festa rimarrà impresso, in maniera indelebile, nella memoria dei ragazzi ai quali consiglio di non smettere mai di apprendere in questa straordinaria avventura culturale. Preparatevi a farvi sentire festeggiando il vostro traguardo di studi e cercate di lottate per i vostri interessi. Spero che questa città vi abbia cambiato in senso positivo», conclude.
Consegna delle pergamene di laurea da parte del rettore Remo Morzenti Pellegrini
«Oggi mi sento emozionato – commenta il Ministro Busetti – forse è la piazza. Tutto questo territorio, ha partecipato 50 anni fa al progetto della nascita dell’Ateneo. Nel 1991, viene la Facoltà di Ingegneria con il corso di laurea in Ingegneria gestionale, al quale seguirà subito dopo il corso di laurea in Ingegneria meccanica, e nel 1992, l’Ateneo diventa un organismo statale. Alla Facoltà di Ingegneria oggi ci sono laboratori attrezzatissimi. Realizzare un progetto di formazione studi è stato per questa città un esempio ambizioso e, nel contempo, straordinario che ha dato i suoi frutti in termini di investimento sulla cultura. Quello che raccomanderei oggi ai giovani laureati è di combattete contro i vostri nemici contrari alla conoscenza e della cattiva informazione».
«Oggi purtroppo la cultura è sparita – sottolinea Vecchioni, rivolgendosi ai giovani laureati – sta a voi riprenderla. Ho fatto quarant’anni di studi, ma il senso del mio modus operandi ha trovato il giusto senso sempre nell’amore, che ci porta grande soddisfazione. L’amore si cerca guardando gli altri. Per amare bisogna capire le persone. La certezza è sull’amore che provoca una bufera di sensazioni e non ci fa capire niente. Ma questo sentimento non riguarda solo il corpo – prosegue – esso è importante soprattutto per la parte sentimentale, specialmente con l’attaccamento a valori della famiglia. non dobbiamo aver paura del mondo: questo modo di vivere, ovvero di vincere sempre è errato, ci vuole pazienza soprattutto quando si perde. Io penso che per conquistare il mondo – conclude – ci vuole pazienza, e a vincere è sempre l’amore».