I due strozzini questa volta sono stati spediti in carcere, con il reato di usura continuata ed esercizio abusivo di attività finanziaria.
Roma, 3 novembre 2018 – I Finanzieri della capitale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri – nei confronti di due usurai residenti nella zona dei “Castelli romani”, già agli arresti domiciliari in quanto responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata all’usura ed all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria, truffa ai danni dell’INPS e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il provvedimento cautelare è stato adottato sulla scorta delle nuove indagini svolte dai finanzieri del Gruppo Frascati, i quali, attraverso oculate attività investigative, hanno riscontrato che C.A., di anni 74 anni (padre), e C.D., di 49 (figlio), pur trovandosi agli arresti domiciliari, continuavano ad imporre ai soggetti usurati il puntuale pagamento delle “rate loro spettanti”, facendo anche ricorso a minacce ed intimidazioni. Questi ultimi, unitamente a R.M.M. di anni 46, il 16 ottobre scorso erano stati sottoposti agli arresti domiciliari dalle Fiamme Gialle frascatane nell’ambito dell’operazione “Loan-Shark” che ha visto implicati altri 15 indagati, tutti coinvolti a vario titolo nelle attività del sodalizio criminale.
Telefonini intestati a terzi soggetti e nuove carte postpay per le ricariche: erano questi i metodi utilizzati per continuare a estorcere denaro alle vittime di usura che, dopo gli arresti eseguiti, avevano tirato un sospiro di sollievo nella convinzione che gli indagati erano ormai nella condizione di non poter più nuocere. E invece così non è stato! Gli autori di questa inquietante vicenda non ammettevano giustificazione o dilazione alcuna, dicendo: «Passi un sacco de guai!… a te t’è partito er cervello!…io non to dico che posso combina…», più agguerriti e spietati che mai promettevano pesanti ritorsioni una volta terminati gli arresti domiciliari. Nel corso delle perquisizioni, sono state sequestrati 4 cellullari, 2 carte postpay utilizzate per le ricariche, e ulteriori 1.200 € in contanti rinvenuti insieme a diversi “pizzini” contenenti una lista di nomi e cifre, segno evidente della persistente ed ininterrotta attività criminale.
All’esito delle attività C.A. ed il figlio C.D. sono stati condotti presso la casa circondariale di Velletri dove, in regime carcerario, sconteranno la misura cautelare in condizioni da non produrre ulteriori minacce alle già tormentate vittime.