L’inverno mette a dura prova il nostro cuore. Secondo uno studio svedese appena pubblicato da Jama Cardiology, infatti, temperature più basse, diminuzione della pressione atmosferica, aumento della forza del vento e minore durata della giornata favorirebbero gli attacchi di cuore.
(Reuters Health), 5 novembre 2018 – La ricerca, guidata da David Erlinge, della Lund University and Skane University Hospital, in Svezia (nella foto di copertina), si basa su oltre un decennio e mezzo di raccolta di dati medici e meteorologici.
Erlinge e colleghi hanno esaminato le informazioni raccolte dal registro Swedeheart, che comprende tutti i pazienti con sintomi di attacco cardiaco ricoverati in un reparto di terapia intensiva coronarica o in un laboratorio di cateterizzazione coronarica, in Svezia. Per i dati meteorologici, invece, i ricercatori si sono rivolti all’agenzia governativa svedese, che registra dati provenienti da 132 stazioni in tutto il paese.
La ricerca
Così, i ricercatori svedesi hanno ottenuto dati su 274.029 pazienti di età media di 71 anni, raccolti tra il 1998 e il 2013. Le basse temperature dell’aria, una bassa pressione atmosferica, una maggiore forza del vento e la minore durata della giornata sono fenomeni tutti associati significativamente a un aumento del rischio di infarto, ma l’effetto più evidente è risultato quello legato alla temperatura.
Nei giorni in cui le temperature scendevano sotto lo zero, infatti, si aveva una maggiore incidenza di infarti, mentre quando le temperature risalivano di tre o quattro gradi, il tasso diminuiva. Complessivamente, inoltre, ogni aumento della temperatura di 7,4 gradi è stato associato a una riduzione del 2,8% nel rischio di attacco cardiaco.
I commenti
«Le nuove scoperte sono un’associazione di cui si parla in altri precedenti studi – spiega Nisha Jhalani, del Center for Interventional Vascular Therapy di New York – non coinvolta nello studio. La cosa interessante, però, è che nel lavoro svedese non sono state valutate solo le temperature, ma una serie di altri fattori – prosegue – come le ore di sole e la velocità del vento. Le temperature più fredde aumentano la vasocostrizione delle arterie. In una persona con il 70-80% delle arterie bloccate, che normalmente potrebbe non accusare alcun sintomo – conclude – possono ostruirsi tanto da non riuscire a portare un sufficiente quantitativo di sangue all’organismo».
Fonte: Jama Cardiology