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Oltre 5.000 articoli etichettati in argento, ma del prezioso metallo non vi era traccia alcuna.

Gli oggetti in falso argento venivano importati clandestinamente dal Belgio e dalla Francia attraverso carichi di “copertura”.

Sedici imprenditori denunciati all’Autorità Giudiziaria per frode in commercio, tutti di origine cinese e marocchina.

Torino, 12 gennaio 2019 – Ferro, rame e nichel. Di questo erano composte le oltre tre tonnellate di falso argento sequestrate, nei giorni scorsi dalle Fiamme Gialle torinesi, in alcuni esercizi commerciali del capoluogo piemontese e, precisamente, nelle zone di Porta Palazzo, Mirafiori, Lingotto, San Paolo e Barriera di Milano. Gli interventi dei finanzieri si sono estesi, successivamente, anche in altri comuni della provincia: Nichelino, Cumiana e Grugliasco.

Vassoi, candelabri, bicchieri, coppe nonché accessori d’abbigliamento, per oltre 5.000 articoli, tutti falsamente etichettati in Argento, ma che del pregiato metallo non esisteva nessuna traccia. Tutto falso, dalle etichette alle indicazioni merceologiche, perfino gli imballi.

Tali articoli, composti da ferro, rame e nichel, avrebbero potuto, in caso di contatto con la pelle, rivelarsi pericolosi per la salute degli acquirenti a causa di potenziali reazioni allergiche cutanee.

Le indagini, condotte dai Baschi Verdi del Gruppo Torino e coordinate dal Pool Tutela del Consumatore della locale Procura della Repubblica, hanno ricostruito l’intera filiera distributiva del falso argento.

Il materiale, come appurato dai finanzieri, veniva importato clandestinamente dal Belgio e dalla Francia con dei carichi c.d. di “copertura”, utilizzando, in particolare, “mezzi leggeri” per evitare controlli su strada o alle frontiere.

Il succitato materiale falsificato, di oltre tre tonnellate di peso, avrebbe consentito, una volta immesso sul mercato, un guadagno di oltre un milione di euro.

Sedici gli imprenditori denunciati all’Autorità Giudiziaria per frode in commercio, tutti di origine cinese e marocchina, anche in relazione alla falsa origine di provenienza della merce falsa.

Buona parte di quest’ultima, infatti, riportava l’etichetta “claims” riconducibile a un marchio di origine anglo-italiano, noto per la produzione di Argento. L’operazione della Guardia di Finanza di Torino è stata effettuata anche a tutela del Distretto Orafo Argentiero Piemontese di Valenza, per una maggiore tutela del made in Italy di questi particolari oggetti di pregio.

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