Eseguita un’ordinanza cautelare in carcere, 6 denunce per favoreggiamento all’immigrazione clandestina , 3 arresti per falso di documenti atti all’espatrio.
Gli accompagnamenti di clandestini per l’espatrio all’estero, avvenivano sia dallo scalo di Orio al Serio che da quelli di Milano Malpensa e Linate.
10-12 mila sterline era il prezzo che pagavano i clandestini per l’espatrio a un cittadino albanese, e 500 euro era il compenso che percepivano i pregiudicati che li accompagnavano in macchina all’aeroporto.
Bergamo, 21 febbraio 2019 – La Polizia di Stato, in servizio presso l’aeroporto di Orio al Serio, nella giornata di martedì scorso ha eseguito un’ordinanza di restrizione cautelare a carico di un cittadino albanese identificato con le iniziali X.J. del 1987.
La motivazione
Nel mese di settembre 2018, agenti della Polizia di Frontiera, coordinati dalla Procura di Bergamo, avviavano un’indagine a seguito di un incremento di cittadini albanesi diretti nel Regno Unito e Irlanda che alteravano la carta d’identità italiana modificando la fotografia del titolare e il timbro a secco in dotazione agli uffici della locale Comune.
Le indagini della Polizia
A seguito delle indagini, emergeva che i viaggiatori risultavano avere prenotazioni eseguite all’estero, presso agenzie di Tirana e Elbasan (Albania), e perfezionate in favore di cittadini italiani con precedenti penali e di polizia, residenti nel piacentino, luogo da dove peraltro risultavano provenire la maggior parte dei documenti (carte d’identità) indebitamente utilizzate per espatriare nel Regno Unito e successivamente denunciate dai titolari come smarrite.
La ricostruzione dei singoli eventi delittuosi, operata anche tramite utilizzo del sistema di videosorveglianza aeroportuale, consentiva agli inquirenti di individuare le autovetture con le quali i soggetti clandestini di volta in volta raggiungevano l’anzidetto scalo aeroportuale.
Sulla base degli elementi succitati, i cittadini stranieri che giungevano in aeroporto venivano tratti in arresto dai poliziotti per il reato di uso e possesso di documenti falsi atti all’espatrio.
Ad accompagnarli erano soggetti di nazionalità italiana, sempre pregiudicati, aventi il compito di facilitare il transito dei clandestini e garantire altresì il rientro in Italia del documento falsificato da utilizzarsi per ulteriori espatri di clandestini.
Mirati servizi di appostamento, organizzati dalla Polizia bergamasca, permettevano di cogliere in flagranza i singoli accompagnatori che venivano denunciati presso la locale A.G. per il reato di favoreggiamento e procedere a loro carico al sequestro di documentazione ed elementi utili alla ricostruzione dei fatti delittuosi, risalendo a numerosi altri precedenti episodi di accompagnamento di clandestini riguardanti altresì gli scali di Milano Malpensa e Linate.
I compensi percepiti dai componenti della banda
L’attività investigativa così svolta conduceva al cittadino albanese precedentemente indicato, residente in Piacenza, intestatario e conducente del veicolo Fiat Punto ripetutamente utilizzato nei singoli episodi criminosi, reclutatore dei soggetti pregiudicati deputati al compito di accompagnatore, e pagati per ogni prestazione con la somma di 500 euro.
Lo stesso albanese si avvaleva di una fitta rete di complici operanti in Albania, dove sarebbero maturati gli accordi con i soggetti interessati all’ingresso clandestino nel Regno Unito, dietro pagamento di ingenti somme in denaro, quantificate in 10/ 12 mila sterline inglesi.
Le indagini si sono concluse con l’esecuzione di un’ordinanza cautelare in carcere, 6 denunce per favoreggiamento all’immigrazione clandestina (di cui cinque italiani residenti nelle province di Piacenza e Alessandria), 3 arresti relativi al falso documentale di cittadini albanesi e una denuncia a carico di un minore per lo stesso reato.
L’intera attività ha permesso di sgominare una banda di soggetti malavitosi dediti al traffico internazionale di immigrazione clandestina. L’arrestato è stato condotto presso la casa circondariale di Piacenza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.