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Il prossimo venerdì 8 marzo, alle 18, dal piazzale della Stazione muoverà il corteo per la grande manifestazione contro la violenza sulle donne.
Da tre anni consecutivi in tutto il mondo e, anche a Bergamo, c’è un movimento globale che manifesta contro la violenza sulle donne.

 

Bergamo, 5 marzo 2019 – Anche quest’anno in oltre 40 Nazioni è stato proclamato lo “sciopero globale” delle donne. Al lavoro, a casa o nel sociale esse si fermeranno, smettendo di produrre, per dire: “Se le nostre vite non valgono, allora producete senza di noi!“.

Non una di meno‘ è la sigla condivisa da tantissime donne sotto cui, anche per il 2019, si è raccolto questo grande movimento internazionale, affermando che nessuna donna deve più subire violenza di genere, non dev’essere più maltrattata, né uccisa.

Venerdì 8 marzo, le lavoratrici bergamasche che lo vorranno potranno aderire allo sciopero a fianco del movimento femminista “Non una di meno”, partendo dal piazzale della stazione, alle 18, il cui corteo attraverserà la città per dire basta alla violenza e affermare i diritti delle donne e la necessità di una loro trasformazione radicale della società. Tutti i partecipanti alla manifestazione indosseranno un pezzo di stoffa fucsia, simbolo della mobilitazione a livello internazionale.

«Il tema centrale di questa iniziativa è la violenza maschile contro le donne e la violenza di genere – ha spiegato Marta Longhi, attivista di Non una di meno, Bergamo – violenza contro cui si è creato anche a Bergamo un vero e proprio movimento politico internazionale. Abbiamo scelto di scendere in piazza per gridare che quando maltrattano una donna è come se maltrattassero tutte le altre, ecco il perché della nostra sigla: ‘Non una di meno’. E l’Otto Marzo ci fermiamo e prendiamo l’iniziativa a favore del genere femminile – ha proseguito l’attivista femminista – mostrando all’altro sesso com’è una giornata senza donne, per far capire che le nostre vite valgono, per dire che non abbiamo paura. Per queste ragioni scioperiamo e scendiamo in piazza».

Le attiviste di Non una di meno chiedono anche a lavoratrici e lavoratori di astenersi dal lavoro, in occasione dello sciopero indetto per l’8 marzo dai sindacati di base.
«Scendiamo in piazza con la voglia di portare con noi anche chi non c’è – ha aggiunto Longhi – Per questo porteremo in piazza le matriosche di cartone: rappresenteranno le donne di Bergamo e provincia che non ci saranno perché non possono astenersi dal curare i propri familiari, perché non hanno la possibilità di astenersi dal lavoro o perché non sono più con noi a causa della violenza. Vogliamo ricordare anche loro – ha concluso – e in qualche modo portarle in piazza con noi».
Presente alla conferenza anche l’avvocata Federica Tucci dell’associazione
Fior di Loto di Gazzaniga, contro la violenza ed il maltrattamento sulle donne, che ha detto: «Mi preme innanzi tutto ricordare che l’associazione offre ascolto alle donne vittime di violenza. Donne che potranno accedere allo sportello tramite contatto telefonico e che verranno accolte in assoluta segretezza ed anonimato. Ogni donna sarà la protagonista del proprio percorso di emersione dalla violenza ed i suoi tempi e scelte vengono rispettati ed accompagnati».
Parlare di violenza di genere non è semplice:
«ll fenomeno della violenza sulle donne ed in particolare quella che avviene in ambito domestico – ha proseguito l’avvocata Tucci – viene spesso definito come un’emergenza, mentre i numeri dei femminicidi, che si confermano di anno in anno, non possono che evidenziare una situazione strutturale che ha la sua radice nella cultura patriarcale. Cultura che pervade la società intera, minando uomini e donne che si trovano imbrigliati in ruoli rigidi che ne mortificano la personalità e che non consentono un pieno sviluppo dell’individuo. Il modello di maschilità patriarcale è responsabile della violenza di genere. Chiediamo perciò agli uomini di farsene carico ha concluso onde consentire un cambiamento profondo che consenta di aprirsi ad altri modelli di cultura di genere e delle relazioni».

Le richieste di Non una di meno chiamano in causa non soltanto il governo ma anche le istituzioni locali. La ragione è semplice: il fenomeno della violenza di genere coinvolge tutti i territori, senza distinzione.
«In Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata vittima della violenza di un uomo. Ogni anno vengono uccise circa 200 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex. Un milione e 400 mila donne hanno subìto violenza sessuale prima dei 16 anni di età», hanno scritto le attiviste su Facebook. Queste sono le ragioni per cui, secondo il movimento femminista, è necessario sostenere i centri antiviolenza e la loro autonomia, con maggiori fondi e possibilità di tutelare la privacy delle donne che vi si rivolgono, differentemente da quanto recita la nuova legge regionale.

«Fondamentale sarebbe anche la questione che riguarda l’educazione sessuale nelle scuole: progetti e percorsi che spesso non vengono finanziati da istituzioni pubbliche e quando ciò accade vengono definiti come frutto dell’ideologia del gender, utilizzata anche a Bergamo per ostacolare la promozione di un’educazione consapevole e libera alle relazioni», hanno sottolineato le attiviste. Inoltre, queste ultime, hanno ricordato la loro battaglia contro il disegno di legge del senatore Pillon, in materia di separazione, divorzio e affido dei minori, per cui il Comune di Bergamo e altri comuni della provincia hanno approvato una mozione, chiedendo al governo di fermarne l’iter parlamentare. E per chi sta per diventare genitore, si chieda ‘il supporto pubblico necessario’ a dar vita alla nuova famiglia: «Come difendiamo la 194 e il diritto alla salute delle donne, allo stesso modo pensiamo che chi voglia avere delle figlie e dei figli, debba farlo in piena libertà, senza che questo comprometta il lavoro di nessuno. Per questo vorremmo che una maternità, ma anche una paternità degna per tutti, indipendentemente dalla loro provenienza, dalla loro identità di genere o dalla loro religione», hanno concluso le attiviste.
La manifestazione dell’otto marzo partirà dal
piazzale della Stazione, alle ore 18, per poi proseguire attraverso le vie Papa Giovanni XXIII, Tiraboschi, Zambonate, Piazza Pontida, e via XX Settembre per poi concludersi in Piazza Giacomo Matteotti, davanti a Palazzo Frizzoni.
Chi desidera contattare l’assemblea organizzatrice “Non una di meno” può scrivere all’indirizzo e-mail: nonunadimeno,bergamo@gmail.com, visitare il profilo facebook: Non Una Di Meno Bergamo oppure l’account Instagram Nudmbg.

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