In arrivo la nuova PET/CT e la Gamma camera cardiologica per la Medicina nucleare
dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, macchinari più performanti e con maggior comfort per il paziente.
Un investimento che vale 2,5 milioni di Euro.
Bergamo, 8 maggio 2019 – Al via i lavori per installare in Medicina nucleare la nuova PET/CT, una tecnologia utilizzata in numerosi campi della moderna medicina, che, unendo PET (dall’inglese Positron Emission Tomography, cioè Tomografia ad Emissione di Positroni, che dà informazioni sul metabolismo cellulare di organi ed apparati) e CT (dall’inglese Computed Tomography, cioè Tomografia Computerizzata, meglio nota come TAC), permette una valutazione ottimale dei processi metabolici e dei dettagli anatomici di tutto il corpo attraverso l’acquisizione contemporanea e la successiva fusione di entrambe le tipologie di immagini.
La nuova apparecchiatura (Biograph mCT Flow 64 4R) è un tomografo total-body che verrà utilizzato prevalentemente in campo oncologico, neurologico e cardiologico. Si tratta di strumentazione di ultima generazione che consente di ottenere immagini di elevata risoluzione, garantendo allo stesso tempo maggiore comfort al paziente grazie alla riduzione della durata dell’esame e alla possibilità di somministrare una dose più bassa di radiofarmaco.
«Mentre gli scanner PET/TC convenzionali effettuano gli esami spostando sequenzialmente il lettino su posizioni predefinite, la tecnologia di cui è dotata la nuova strumentazione consente la scansione per mezzo di un movimento continuo del lettino – ha spiegato Maddalena Branchi, direttore dell’Ingegneria clinica del Papa Giovanni XXIII -. Questo rende l’esame più confortevole, riduce le radiazioni erogate dalla TC e consente di personalizzare i protocolli d’esame, la velocità e la durata della scansione in relazione alle necessità cliniche del singolo paziente, all’organo e alla patologia da studiare».
La PET è una tecnologia diagnostica presente all’Ospedale di Bergamo fin dal 2002, che ha cambiato in modo radicale la gestione clinica e le scelte terapeutiche di molte patologie, in particolare in campo oncologico.
«Unendo le due metodiche diagnostiche di Radiologia (la TAC) e di Medicina nucleare (la PET), la PET/CT permette di studiare in modo molto accurato tumori, patologie degenerative cerebrali, patologie flogistiche e infettive nonché contribuire con altre tecnologie radiologiche alla gestione del paziente affetto da cardiopatia ischemica – ha aggiunto Andrea Bruno, direttore della Medicina nucleare del Papa Giovanni XXIII -. Come per tutti gli esami di Medicina nucleare viene iniettato per via endovenosa un radiofarmaco, debolmente radioattivo, che tende a concentrarsi in modo specifico nella sede (o nelle sedi) dove vi è un patologico incremento del metabolismo cellulare – prosegue – emettendo “radiazioni” chiamate positroni. La macchina registra queste radiazioni e le trasforma in immagini, che con la nuova PET/CT sono così accurate da poter valutare lesioni anche di pochi millimetri».
La complessità della tecnologia richiede dei tempi di installazione di circa 30 giorni e quindi lo stop degli esami con lo scanner attualmente in uso. Le prestazioni non subiranno alcuna interruzione e sono regolarmente erogate su un mezzo mobile posizionato vicino al Pronto Soccorso.
La Medicina nucleare del Papa Giovanni si sta dotando anche di un particolare modello di gamma camera (Discovery NM 530c) dedicato agli esami di cardiologia nucleare, che, impiegando detettori allo stato solido (CZT, cioè Cadmio, Zinco e Tellurio), consente di ottenere una migliore definizione delle immagini attraverso una sensibilità 4 volte superiore rispetto alla tecnologia attuale, riducendo significativamente la durata degli esami e diminuendo fino a quattro volte la dose di radiofarmaco necessaria.
La nuova PET/CT ha un valore di 2 milioni di Euro, mentre la nuova gamma camera di 500 mila Euro, investimenti totalmente coperti con fondi messi a disposizione da Regione Lombardia.
«Grazie a Regione Lombardia che sostiene lo sviluppo del Papa Giovanni XXIII con investimenti così importanti, facendo di Bergamo uno dei centri italiani più moderni. Stiamo facendo un ulteriore doppio passo avanti nella nostra dotazione tecnologica, con due macchine di ultima generazione che renderanno il lavoro di diagnosi e cura ancora più accurato e preciso, riducendo al minimo i disagi per i pazienti», ha concluso Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII.
Il Papa Giovanni XXIII di Bergamo si conferma all’avanguardia sul fronte della dotazione tecnologica al servizio della diagnosi e della cura. Infatti dispone anche di 3 sale operatorie ibride ad alta tecnologia – una dotata di risonanza magnetica a 1,5 tesla (utilizzata in campo neuro-oncologico e in particolare nella rimozione dei tumori cerebrali e di quelli localizzati nella regione dell’ipofisi e dell’ipotalamo), una di tomografo computerizzato TAC (utilizzata per interventi alla colonna vertebrale, agli arti inferiori e al bacino) e una di angiografo biplano (per procedure chirurgiche minimamente invasive in campo neuroradiologico, vascolare e cardiochirurgico) -, di una risonanza magnetica a magnete aperto con 270 gradi di campo libero (consente di eseguire l’esame anche a pazienti che soffrono di claustrofobia o di obesità), di una risonanza magnetica a 3 tesla (che, lavorando ad intensità di campo magnetico molto elevate, consente di ottenere immagini ad alta definizione e in meno tempo rispetto alla tecnologia tradizionale), di tre acceleratori lineari per i trattamenti radioterapici più evoluti (compresa la radiochirurgia e radioterapia stereotassica cranica in pazienti con tumori cerebrali difficilmente operabili), di sistemi diagnostici di sequenziamento del DNA (per l’identificazione delle malattie genetiche o della miglior terapia), di un acceleratore lineare in sala operatoria (per la somministrazione in singole frazioni di una dose elevata di radiazioni già in sede di intervento chirurgico) e un laboratorio interno dedicato alla lavorazione e conservazione delle cellule staminali emopoietiche per trapianto e allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche mediante utilizzo di terapie cellulari innovative grazie all’autorizzazione alla produzione di farmaci di piccolo volume rilasciata da AIFA.
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