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Marco Gambera: «Da un lato fare attenzione all’uso inappropriato; dall’altro assumere il farmaco corretto e per tutto il tempo necessario».

Bergamo, 27 giugno 2019 330 milioni di euro spesi in farmaci. E’ questo il conto della spesa farmaceutica in provincia di Bergamo nel 2018. Di questi, circa 200 milioni sono stati erogati in farmacia, mentre è stato di circa 130 milioni il costo dei medicinali somministrati o distribuiti direttamente dagli ospedali a pazienti non ricoverati. Sono esclusi dal conto i medicinali destinati a pazienti ricoverati in strutture sanitarie. A riferirlo è il Servizio Farmaceutico Territoriale di Ats di Bergamo che in questi giorni ha diffuso i dati relativi allo scorso anno.

«Sono tanti o pochi 330 milioni di euro spesi in farmaci, in un anno, nel nostro territorio?» Puntualizza il dottor Marco Gambera, Direttore del Servizio Farmaceutico Territoriale –. «In realtà la domanda corretta è se li abbiamo spesi bene. Ed eventualmente: come avremmo potuto utilizzarli meglio?»

Il farmaco è uno strumento indispensabile a preservare e ripristinare la salute, ma c’è anche il rovescio della medaglia: «L’uso inappropriato ed eccessivo impatta negativamente sulla salute e sulla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale – prosegue Gambera – Utilizzare antibiotici quando non servono, come per le infezioni virali, non fa bene a chi assume il farmaco e alla collettività  per lo spreco di risorse economiche che potrebbero essere meglio utilizzate. Senza dimenticare l’antibioticoresistenza, ossia il meccanismo con cui i germi imparano a resistere agli antibiotici che così non funzionano più».

 Un altro grosso problema sono la non aderenza, ossia lo scostamento tra il comportamento di un paziente e le raccomandazioni associate a uno specifico percorso di cura, e la mancata persistenza, ovvero il non mantenimento nel tempo di una terapia farmacologica.

Anche i costi della mancata aderenza terapeutica sono esorbitanti (19 miliardi di euro l’anno solo in Italia), ma soprattutto drammatici in termini di vite umane. Un farmaco può essere il più efficace possibile, ma se non è assunto correttamente e continuativamente non può funzionare come dovrebbe.

 La composizione della spesa farmaceutica nella Bergamasca

Quali sono i farmaci più venduti in provincia di Bergamo? “Per i farmaci distribuiti tramite le farmacie aperte al pubblico abbiamo nell’ordine il colocalciferolo, la vitamina D3, indicata per la prevenzione e il trattamento della carenza di vitamina D, la enoxaparina, un antitrombotico, e due inibitori di pompa protonica per malattie correlate all’acidità come ulcera peptica e reflusso gastroesofageo: il pantoprazolo e l’esomeprazolo”, specifica Gambera. Al quinto posto c’è l’atorvastatina, appartenente alla classe di medicinali denominati statine, che regolano i livelli di lipidi (grassi), utilizzata per ridurre i livelli di lipidi nel sangue (colesterolo e trigliceridi i più noti).

Qual è il significato di una spesa farmaceutica composta in questo modo per la cittadinanza bergamasca?  «I bergamaschi non soffrono di particolari patologie, se non di quelle più comuni», aggiunge Gambera.

 Ats Bergamo in campo per l’appropriatezza prescrittiva e l’aderenza terapeutica

Secondo l’World Health Organ (WHO) la scarsa appropriatezza e la scarsa continuità/aderenza alle terapie croniche rappresentano il maggior ostacolo al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento della salute dimostratosi possibile negli studi clinici. «Ats Bergamo da anni ha messo in campo ed ha in essere numerose iniziative, anche in collaborazione con Istituti Universitari e di Ricerca, per la promozione dell’appropriatezza prescrittiva e dell’aderenza terapeutica – conclude Gambera – Vogliamo proseguire su questa strada con la collaborazione attiva di tutti gli attori del sistema sanitario».

Tra gli altri Ats Bergamo partecipa al progetto “EDU.RE.DRUG – Effectiveness of informative and/or educational interventions aimed at improving the appropriate use of drugs designed for general practitioners and their patients”, finanziato da AIFA nell’ambito del Bando 2012 per la Ricerca indipendente.

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