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Arrestato dalle Fiamme Gialle fiorentine, il gestore di un centro di accoglienza la cui società non ha effettuato il versamento delle imposte dovute e, in alcuni casi, anche dei contribuiti previdenziali, emettendo, inoltre, diverse fatture con importi notevolmente superiori rispetto a quelli reali.

Confiscati denaro, beni mobili e immobili per circa 3 milioni di euro.

Firenze, 24 luglio 2019 – Nelle prime ore di ieri, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze e i Carabinieri della Sezione di p.g. della Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza degli arresti ai domiciliari nei confronti di un noto imprenditore locale, titolare di un consorzio di gestione di centri di accoglienza per migranti nella provincia di Firenze.

Contestualmente, è stata data esecuzione anche a un provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di denaro, beni mobili e immobili fino alla concorrenza di circa 3 milioni di euro.

Il provvedimento cautelare personale è stato emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Foro di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti, a seguito dell’accusa di aver evaso 3 milioni di euro nel periodo 2012-2017, attraverso l’emissione di fatture false per circa 17 milioni di euro. Complessivamente, allo stato attuale, la Guardia di Finanza e i Carabinieri hanno posto sotto sequestro 3 immobili, tra cui una residenza estiva, nonché diversi conti correnti, i cui importi sono in corso di accertamento.

L’indagine, coordinata da Leopoldo De Gregorio – sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Firenze, diretta da Giuseppe Creazzo, trae origine da un controllo sull’utilizzo di alcuni fondi pubblici, erogati per l’accoglienza dei migranti, da parte del consorzio, che negli ultimi anni ha gestito diversi centri attraverso le cooperative consociate. Le società, attive nella provincia di Firenze e, in particolare, nell’empolese, in molti casi hanno omesso il versamento delle imposte dovute e, in alcuni casi, anche dei contribuiti previdenziali, nonché hanno emesso diverse fatture con importi notevolmente aumentati rispetto al reale a favore della società consortile, diminuendone così in modo consistente il reddito.

Come emerge dal provvedimento cautelare, alcune di tali società, attive per brevi periodi, venivano rappresentate da soggetti prestanome dell’indagato italiani e stranieri, in alcuni casi anziani o con precedenti penali, che, alla chiusura, ne svuotavano i conti correnti per restituire i soldi. Dalle indagini è emerso che l’operato dei prestanome era gestito dall’arrestato.

L’operazione in parola s’inquadra nelle linee strategiche d’azione del Corpo della GdF volte al contrasto dei fenomeni illegali più gravi e integra, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Firenze, indagini di polizia giudiziaria e funzioni di polizia economico-finanziaria, a garanzia anche dell’aggressione cautelare dei patrimoni illecitamente accumulati.

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