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Anne Ferguson (giudice): «A maggioranza la Corte ha respinto l’appello del cardinale George Pell contro la sua condanna per aver commesso reati sessuali. Continuerà a scontare la pena a sei anni».

A metà degli anni Novanta, l’ex tesoriere del Vaticano commise abusi sessuali su due coristi di 13 anni nella Cattedrale di San Patrizio a Melbourne.

 

Victoria, 20 agosto 2019 – La Corte Suprema di Victoria, in Australia, ha respinto il ricorso presentato dai legali del cardinale George Pell contro la sentenza, emessa nel dicembre scorso, che lo ha condannato a 6 anni di reclusione per abusi sessuali su minori. Due su tre giudici, hanno esaminato attentamente il ricorso, e deciso che il porporato dovrà continuare a scontare in carcere la condanna.

Vatican news, organo di stampa del Vaticano, rammenta che, in una dichiarazione rilasciata all’epoca, il cardinale Pell si dichiarò innocente dicendo: «….queste accuse sono false! L’idea di abusi sessuali è per me aberrante».

Dopo due anni di indagini della magistratura australiana, nel giugno 2017, il cardinale fu formalmente incriminato per “reati storici di violenza sessuale“.

Dichiarazione del portavoce di Pell

Dopo che è stato respinto il ricorso presentato dai legali del cardinale contro la sentenza, emessa a dicembre, il suo portavoce ha dichiarato in una nota: «Il cardinale Pell è ovviamente deluso per la decisione di oggi, egli continua a dichiararsi innocente e ringrazia i suoi numerosi sostenitori».

Dichiarazione portavoce del Vaticano

Come dichiarato dal portavoce del Vaticano, Matteo Bruni (in foto), lo scorso 26 febbraio, in occasione del giudizio in primo grado: «La Santa Sede, ribadendo il proprio rispetto per le autorità giudiziarie australiane prende atto della decisione di respingere l’appello del cardinale George Pell, e ricorda che il cardinale ha sempre ribadito la sua innocenza e che è suo diritto ricorrere all’Alta Corte. Nell’occasione – prosegue Bruni – insieme alla Chiesa di Australia, la Santa Sede conferma la vicinanza alle vittime di abusi sessuali e l’impegno, attraverso le competenti autorità ecclesiastiche, a perseguire i membri del clero che ne siano responsabili».

«La Chiesa australiana rimane impegnata a fare tutto il possibile per portare guarigione a coloro che hanno sofferto molto – sottolinea mons. Mark Coleridge (in foto), presidente della Conferenza episcopale australiana – e per garantire che le strutture cattoliche siano i luoghi più sicuri possibili per tutte le persone, ma soprattutto per i bambini e gli adulti vulnerabili. I vescovi cattolici australiani – prosegue mons. Coleridge, – ritengono che tutti gli australiani debbano essere uguali ai sensi della legge e accettare di conseguenza il giudizio odierno. Il team legale del cardinale Pell ha dichiarato che esaminerà la sentenza al fine di determinare una domanda speciale di congedo all’Alta Corte. I vescovi si rendono conto che questo è stato e rimane un momento molto difficile per i sopravvissuti all’abuso sessuale dei minori e per coloro che li sostengono. Riconosciamo il dolore che coloro che sono stati abusati dal clero hanno sperimentato nel lungo processo delle prove e dell’appello del cardinale Pell. Riconosciamo anche che questo giudizio sarà angosciante per molte persone», conclude.

«So che ci sono molti nella comunità cattolica che troveranno difficile accettare questo giudizio – sottolinea mons. Anthony Fiscehr (in foto), arcivescovo di Sidney – specialmente quelli che conoscono il cardinale e faranno fatica a conciliare questa sentenza con l’uomo che conoscono».

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