Martedì scorso è venuto a mancare Roberto Bruni, ex sindaco di Bergamo e presidente di Sacbo, società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio. Il sindaco Giorgio Gori in ricordo della sua figura di amministratore della città e importante esponente del partito democratico bergamasco, lo ha ricordato con un discorso.
Bergamo 12 settembre 2019 – «Ci ha lasciati un uomo retto, preciso, rigoroso, leale, raffinato, intelligente, schivo, amabile, ironico, tollerante, moderato, affettuoso, romantico, riservato, gentile, mite – ma intransigente rispetto ai suoi valori; a tratti timido. Roberto Bruni era tutte queste cose insieme. E’ quindi ben comprensibile il grande dispiacere, la tristezza che condividiamo.
Per come l’ho conosciuto, era però innanzitutto un democratico appassionato, un uomo di grandi ideali e di fortissimi valori morali.
Era un vero uomo delle istituzioni, Roberto, e questo prima e a prescindere dall’essere stato per cinque anni il nostro sindaco: era la sua cultura, saldamente ancorata alla storia della sua famiglia e al dettato della Costituzione.
Era un socialista, come tutti sapete, di quei socialisti veri che vissero con sofferenza la stagione in cui “socialista” rischiò – per responsabilità di pochi, e quindi ingiustamente – di fare rima con “affarista”, ma che da lì trassero la spinta per essere ancora più saldi e rigorosi nella testimonianza dei propri valori. Socialista come Paolo Crivelli, suo amico fraterno e stretto collaboratore negli anni di Palazzo Frizzoni, che pure ci ha lasciati pochi mesi fa. Ricordo come oggi il saluto che Roberto gli dedicò nell’aula consigliare, un discorso di straordinaria intensità. E mi piace pensare – pur sapendo bene che nessuno dei due era credente – che da qualche parte in queste ore si stiano riabbracciando, bevendo un calice alla nostra salute.
Certo ci mancherà il loro “pensiero”, e sono sicuro che gli amici socialisti che hanno vissuto con loro tante battaglie – Pia Locatelli, Carlo Salvioni, Claudio Bonfanti, Silvana Tacchio, Francesco De Lucia, e tanti altri – si sentano oggi ancora più motivati a tenere alta la bandiera delle idee che con Paolo e Roberto hanno condiviso per tanti anni.
Era un difensore del diritto e dei diritti, nella dimensione professionale come in quella politica, un uomo che ha legato la sua vita alla promozione della giustizia – sia quella garantita dalle leggi che quella sostanziale, che non può che essere anche giustizia sociale – un bravissimo avvocato, un convinto garantista, pronto a battersi per la libertà di ogni individuo e perché ad ognuno – a prescindere dal genere, dalla provenienza, dalla condizione sociale, dal credo politico e religioso – siano assicurati lo stesso rispetto e le stesse opportunità.
E’ stato un sindaco amato e rispettato, innamorato della sua città – prosegue – forse non tanto fortunato, a partire dalla fatica che gli è derivata dalla complessa composizione della maggioranza che lo sosteneva. Il suo mandato ha lasciato in eredità scelte importanti – la ristrutturazione del Teatro Sociale, il sottopasso della stazione, il completamento della TEB, la fusione tra Bas e Asm – e un investimento qualificante sui servizi sociali, a sostegno dei cittadini più fragili. Gli è mancata la possibilità di completare il lavoro con un secondo mandato, e questo ha trasferito su di noi – arrivati qualche anno dopo – la responsabilità di recuperare una continuità, una coerenza, con le molte cose buone seminate nel corso della sua amministrazione. Abbiamo cercato di esserne degni.
Per me è stato un amico e consigliere prezioso. Ogni volta che in questi anni ho avuto un dubbio – di carattere giuridico, politico, di opportunità – mi sono rivolto a lui, e lui mi ha sempre dato regalato il suo consiglio, sostenuto da equilibrio, esperienza e solida competenza.
Eravamo diversi, per tante cose, ma mi ha dato sicurezza sapere che lui c’era, rispettoso ma attento al nostro operato, in qualunque momento disponibile per un confronto. Più volte, nei passaggi più delicati di questi anni di amministrazione, ho cercato e ritenuto indispensabile la sua approvazione.
E’ così venuto spontaneo proporgli di assumere la presidenza di Sacbo, due anni fa. Perché sapevamo di mettere l’aeroporto nelle mani di un uomo capace e sensibile, in grado di accompagnarne lo sviluppo ma allo stesso modo attento e ricettivo nei confronti delle istanze ambientali promosse da tanti cittadini, in grado di raccogliere la fiducia dei soci privati ma pienamente consapevole della responsabilità del tutto pubblica che si accompagna alla gestione di quell’infrastruttura così importante per il nostro territorio.
Ho quindi – anzi, abbiamo – molti motivi per dire grazie a Roberto Bruni – aggiunge – e per essere profondamente tristi a causa della sua scomparsa.
Ho detto che non era credente, e infatti questa nostra cerimonia sostituisce di fatto il funerale religioso. Era un laico convinto. Ma credetemi io ho conosciuto poche persone come lui, così attente agli altri, a partire dai più deboli. Davvero vedendolo operare ho pensato che l’impegno civile, che nel suo caso è stato una ragione di vita, può essere una forma di carità – un valore profondamente cristiano, mi verrebbe da dire;ma non lo dico, per non correre il rischio di farlo innervosire.
La vita l’ha ripagato con tante soddisfazioni, anche in questi ultimi anni più faticosi a causa della malattia, e in primo luogo con la fortuna d’avere accanto Maria Teresa e le sue ragazze. Che oggi lo piangono ma che vanno giustamente fiere di lui, e che spero avvertano fino in fondo l’affetto e l’ammirazione che tutta Bergamo prova per Roberto.
Ci mancheranno il suo carattere riservato e il suo sorriso, la sua precisione e la sua affidabilità. Tutto questo ci mancherà, perché non sono cose riproducibili, se non nel ricordo; molte altre invece le porteremo con noi, a partire dai valori per cui ha vissuto, con la responsabilità di essere degni di lui. Saperli testimoniare e rendere concreti, nell’amministrazione pubblica come nella vita di ogni giorno: credo sia questo il modo più efficace e duraturo per rendere omaggio alla memoria di Roberto Bruni», conclude.
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