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L’infortunio è  avvenuto stamattina alle 7,30, a  Pedrengo, in un cantiere edile di via degli Alpini, al n. 5, dove erano in corso lavori di rimozione dell’armatura della soletta del primo piano in un edificio in costruzione

 

 

Petrengo, 24 ottobre 2019 – L’infortunato e’ M. M., muratore di 38 anni, residente ad Albano Sant’Alessandro e dipendente della ditta Immobiliare Santo Stefano di Casnigo. Non essendoci testimoni diretti (gli altri due muratori presenti stavano svolgendo altre operazioni ed hanno solo avvertito il rumore della caduta) al momento attuale si ritiene che il lavoratore sia caduto dall’altezza da terra di circa 3.40 metri, da  una zona del primo piano dell’edificio in costruzione, in cui non era presente il parapetto a protezione del rischio di caduta dall’alto (apertura di circa un metro).
La vittima è stata soccorsa dal Servizio sanitario di urgenza ed emergenza e trasportata in codice rosso al PS dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, dove è stata ricoverata in terapia intensiva per un grave trauma cranico e altre fratture multiple. La prognosi è riservata.

Il personale tecnico ATS dell’Ufficio PSAL di Trescore ha svolto immediatamente un sopralluogo ed  ha emesso un divieto d’uso per il primo piano dell’edificio per la presenza di violazioni alle norme di sicurezza. Sono stati inoltre acquisiti i documenti con i piani di cantiere per verificare la programmazione preventiva degli apprestamenti di sicurezza.

«In generale la caduta dall’alto è una modalità di infortunio in  ripresa  come frequenza  di accadimento negli ultimi tempi –  spiega Sergio Piazzolla (in foto) – responsabile Area Specialistica Igiene e Sicurezza del Lavoro dell’Ats Bergamo – e resta di elevata gravità quando succede. Purtroppo in queste cadute è molto facile riportare  seri traumi cranici perchè non esiste un modo del tutto efficace per proteggere la testa – prosegue – anche se certamente l’utilizzo di appositi caschetti può diminuire il danno alla persona. La vera chiave è la prevenzione: nei cantieri  l’accesso ai piani di lavoro  superiori ai 2 metri di altezza deve avvenire con le apposite misure di sicurezza o fisse (parapetti)  o individuali (imbragature collegate ai dispositivi di trattenuta detti anche ‘linee vita’)», conclude.

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