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In una palazzina occupata di via Monte Grigna, 11 abitano 9 persone: da quando hanno staccato la corrente elettrica  nei loro appartamenti vivono senza acqua calda, né  frigo, né riscaldamento. E le temperature interne delle loro case non si discostano tanto da quelle esterne: “Siamo persone, ma ci hanno abbandonato. Vivere così non è sostenibile, ci stiamo ammalando”, hanno detto gli inquilini.

 

Bergamo, 16 gennaio 2020 –  Gli attivisti del Comitato di lotta per la casa sostengono che sono trascorsi sei mesi dal 6 agosto 2019, “quando gli addetti dell’Enel di Bergamo hanno staccato la fornitura dell’elettricità alla palazzina di via Monte Grigna 11: da allora gli abitanti dello stabile hanno cercato di far fronte alla mancanza di luce, ma con l’arrivo dell’inverno le condizioni di vita delle famiglie  sono diventate sempre più precarie. Tra loro si contano: una famiglia con due minori, due giovani sotto i trent’anni e tre adulti sopra i cinquant’anni”, proseguono gli attivisti. “Nei sei appartamenti abitati, mancando l’elettricità, non c’è  illuminazione, il frigo non funziona, non c’è acqua calda, né riscaldamento. Le temperature dentro le stanze sono di poco inferiori a quelle esterne. E’ il periodo più difficile da sei anni, da quando nel 2014 lo stabile è stato occupato.”

Raccolta fondi per  l’acquisto di stufe a gas e lampade da campeggio

Gli attivisti aggiungono: “Senza l’elettricità vivere in via Monte Grigna, 11 è diventato difficile e molte delle attività che il nostro Comitato di Lotta per la Casa di Bergamo organizzava non possono più prendere vita. Questo però non significa che tutto si sia fermato e coloro che abitano qui hanno ricevuto, in 6 mesi, solidarietà da molte persone, che si sono impegnate, in prima persona, per far fronte a questa situazione insostenibile.” “Un mese fa abbiamo avuto modo di comprare stufe a gas per ogni appartamento”, spiegano gli abitanti dello stabile in parola,  “grazie ad una raccolta fondi nata spontaneamente da vecchi inquilini della palazzina e persone che ci sostengono: hanno anche recuperato una serie di lampade da campeggio professionali per illuminare le nostre case, la sera.”

Gli abitanti della palazzina esposte a condizioni sanitarie  precarie

In sei anni di occupazione del succitato stabile, in esso hanno alloggiato 50 persone, di cui 8 famiglie e 11 minori. Oggi chi vive quotidianamente nella palazzina lo fa per necessità, e “chi, malgrado il rigido inverno, continua ad abitare qui lo fa perché privo di un’altra soluzione. C’è un’emergenza in atto che è volontariamente ignorata dalla Giunta Comunale”, continuano gli attivisti del comitato. “Nel frattempo alcuni abitanti si ammalano per il freddo e tutti sono esposti a condizioni sanitarie precarie.”

“E’ vero che hanno deciso di sgomberarci”, aggiungono gli attivisti, “ma la quotidianità qui dentro è un vero e proprio ‘inferno di ghiaccio’: sembra che il Comune rimanga in attesa che vivere qui diventi talmente impraticabile da dover andare via, pur senza mezzi. Ci siamo  mossi in diverse maniere per denunciare questa situazione gravissima chiedendo di riattivare i contratti per l’ebergia elettrica in regola, in quanto  prima i contratti c’erano e le bollette venivano pagate finché è stato possibile. Ma ancora l’elettricità non c’è e in questi giorni si vive in casa gelide, riscaldate soltanto attraverso stufe a gas e illuminate con lampade da campeggio.” 

“Il Comune ha chiuso la porta in faccia agli abitanti di via Monte Grigna,11 che chiedevano soltanto di avere l’elettricità in casa”, sostiene una inquilina, “Siamo stati abbandonati da chi dovrebbe garantirne i nostri diritti e la nostra dignità. Fortunatamente c’è invece chi ha deciso di starci vicino, rendendosi conto che staccare un contatore significa rendere la vita una lotta alla sopravvivenza,” conclude la donna.

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