Come si voterà nel referendum popolare del prossimo 29 marzo 2020 per il taglio dei parlamentari.

Il prossimo  29 marzo l’elettorato verrà chiamato alle urne per il referendum popolare con cui si deciderà se approvare o no la legge per il taglio del numero dei parlamentari. Trattandosi di referendum di approvazione di legge e non di abrogazione della stessa, per la validità del voto non occorre quorum. Ciò vuol dire che ogni consenso ha il suo valore, considerato che non occorre la metà più uno dei votanti per la validità del referendum.

Roma, 18 febbraio 2020 – È  da tanto tempo che si parla, specialmente nel periodo pre elettorale, di ridurre il numero dei parlamentari, senatori e deputati, ma una volta finite le elezioni non se ne parla più.

Cosa cambierebbe se venisse approvata la legge del referendum

Se la legge del referendum del prossimo 29 marzo venisse approvata porterebbe  quindi il numero dei deputati  da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200.

Cosa dice il testo del referendum

Il testo del referendum del prossimo 29 marzo recita: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019?».

Votando SÌ,  si approva la legge si a tagliare i parlamentari di 345 unità, portandoli a 600.

Votando NO, invece, si lascerà tutto come è adesso e si continuerà ad avere 945 parlamentari.

La legge che si andrà a votare prende il nome dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Fraccaro, esponente del Movimento 5 Stelle, e prevede di tagliare 345 parlamentari  cambiando il numero di essi sia al Senato che alla Camera.

Si rammenta, inoltre,  che anche se la legge verrà approvata dal referendum il cambiamento non avverrà in modo automatico in quanto sarebbe necessario, prima di tutto, modificare la norma sulla elezione del presidente della Repubblica e ridimensionare i collegi elettorali prima di poter sciogliere le Camere per procedere a nuove elezioni.