Il 22 febbraio scorso, prima del decreto governativo, tutte le Università lombarde hanno deciso di sospendere le attività didattiche (lezioni, tesi, esami), trasferendole in modalità a distanza con un rilevante sforzo organizzativo ed economico.
3 maggio 2020 – Alcuni Atenei lombardi hanno già deliberato di proseguire cautelativamente con la sospensione, altri invece hanno deciso di adottare opportuni provvedimenti nei prossimi giorni. In ogni caso l’obiettivo è garantire in sicurezza, regolarità e continuità, la conclusione del semestre accademico e progettare il nuovo anno accademico con gli stessi principi, nella conferma che qualunque modalità didattica verrà adottata, le Università lombarde saranno pronte ad accogliere i propri studenti, soprattutto i nuovi, nelle aule, nei laboratori, negli ospedali per la ricerca.
Continuità della didattica e la formazione in remoto
L’Università è la sede principale della ricerca scientifica e dell’alta formazione delle nuove generazioni. Suo dovere è stato, in questi lunghi mesi, e nella drammaticità della situazione, sia far sentire la voce della scienza, sia mettere in atto le procedure per la tutela della salute pubblica, sia garantire – sia pure in remoto – continuità e qualità della didattica e dei percorsi formativi.
Sono già numerosi gli importanti risultati scientifici, spesso pubblicati su riviste internazionali e tantissimi i progetti di ricerca interdisciplinare attivati, confermando ancora una volta, l’eccellenza soprattutto nei settori della sanità, innovazione tecnologica, digitalizzazione ed internazionalizzazione, come ulteriore fattore di attrattività regionale.
Ora che è stata decisa la ripresa di alcune attività nei prossimi giorni, non basta richiamare alla prudenza e al rispetto delle regole, ricordando che la pandemia non è affatto conclusa. Bisogna ribadire con forza quel che l’Università ha rappresentato in questi mesi sul piano scientifico, formativo, sanitario ed etico.
Le decisioni politiche sulla gestione dell’epidemia e delle sue conseguenze economiche e sociali sono state sempre basate sulla scienza, sulla competenza e sull’esperienza che le Università hanno reso disponibili, con velocità e responsabilità. La sua funzione, a livello locale e nazionale diventerà ancora più importante per il futuro: è dall’Università, da tutte le nostre Università, che bisogna ripartire, nelle nostre città e nella nostra Regione.
I Rettori che firmano questa lettera appartengono al territorio più martoriato dalla epidemia e sentono dunque il dovere di ricordare all’opinione pubblica, e a chi ci governa, che è compito primario dell’Università indicare la strada per la rinascita, rafforzando i percorsi formativi, le relazioni internazionali, la filiera formativa della sanità, i servizi, il diritto allo studio, le infrastrutture informatiche, le piattaforme tecnologiche.
Per compiere questo lavoro essenziale, le Università lombarde mettono a disposizione un grande patrimonio di conoscenza e le proprie strutture che non hanno mai smesso di funzionare, anche nei giorni più bui.
Tuttavia, perché si possa davvero uscire da questa crisi, per essere davvero motore per una rinascita sociale, culturale ed economica, l’Università, in particolare nella nostra Regione, senza protagonismi e differenziazioni, non può essere lasciata sola o marginalizzata. È un dovere aiutarla, investendo così per il futuro di tutti con un progetto serio e adeguatamente finanziato.
Nella nostra Regione assicuriamo la possibilità di studiare in assoluta tranquillità e frequentare le nostre università, i nostri laboratori, i nostri ospedali, in sicurezza, in modo da sommare alla grande attrattivita’ culturale e professionale e di capacità di immissione nel mondo del lavoro, quella appunto della garanzia della sicurezza che in questo periodo (non sarà breve) si vedrà messa sullo stesso piano dell’importanza della ricerca scientifica.
Siamo stati i primi a comprendere il pericolo, vorremmo essere tra i primi che vengono messi nella condizione di far rinascere le nostre comunità, basandoci sulla conoscenza scientifica e contribuendo così ad una rinnovata coesione sociale.