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Il sottosegretario al MIUR, Peppe De Cristofaro, incontra una task force formata da assessori e presidi, che chiede il riavvio delle mense scolastiche, in coincidenza della riapertura della scuola a settembre.

 

 

Bergamo, 11 maggio 2020 – La task force, formata da un gruppo spontaneo di assessori, presidi e di esperti che, a vario titolo, ruota intorno a questo servizio, ritiene essenziale la riapertura delle mense scolastiche per i seguenti motivi:

Educazione, equità, nutrimento

Un servizio che si ritiene essenziale perché, oltre ad essere parte integrante della scuola e del suo percorso educativo, con oltre 2 milioni di pasti somministrati ogni giorno, permette di agire sulle nuove povertà createsi a seguito della pandemia. Come ha dichiarato la FAO le “…chiusure di scuole a livello nazionale… significa la cancellazione dei pasti scolastici, spesso l’unica fonte di nutrimento per i bambini delle famiglie vulnerabili.Situazione che va ad aggravare l’incidenza della povertà assoluta che secondo i dati dell’ISTAT e dell’Unicef già del 2018 colpivano 1,2 milioni di minori in Italia, pari al 12,6% del totale dei minori nel nostro Paese.

Prevenzione e salute

L’emergenza Covid ha stravolto la vita delle famiglie, dei bambini e ragazzi che dopo un isolamento imposto e una didattica a distanza hanno quanto mai bisogno di una scuola che recuperi la relazione, che sappia curare e alimentare la salute. Abbiamo imparato grazie alla pandemia quanto è importante nutrire il nostro sistema immunitario evitando stati infiammatori che sono il risultato di diete a base di junk food, cibo processato che la povertà alimenta. Senza contare che corretti stili di vita si acquisiscono nei primi anni dello sviluppo e indirizzano a percorsi di salute psico-fisica, che costituiscono una insostituibile azione di prevenzione primaria.

Scenari possibili

Mangiare a scuola un pasto caldo, buono, sano e altamente protettivo, senza deroghe ai CAM (Criteri Ambientali Minimi) e alle linee di indirizzo della ristorazione scolastica, è possibile.  E’ necessario prevedere un adattamento degli spazi disponibili e ripensare a nuovi ambienti dove consumare i pasti, con modalità che possano essere diversificate, individuare con precisione i posti a sedere utilizzabili in modo da garantire un adeguato distanziamento e definire un numero massimo di alunni e insegnanti presenti nei vari spazi mensa usufruibili, siano essi all’aperto o al chiuso.
Non esiste un modello unico applicabile per riaprire la scuola così come per riattivare la mensa scolastica, ma tanti possibili scenari che si adatteranno al contesto di riferimento. I vincoli di disponibilità di spazio o attrezzature potranno suggerire scelte diverse all’interno dello stesso Comune. E’ necessaria la disponibilità e flessibilità di tutti, anche delle aziende sanitarie a validare soluzioni transitorie in questa fase emergenziale. Gli scenari possibili che sono stati identificati dal gruppo di lavoro contemplano soluzioni in gran parte già attive in diverse realtà italiane, e quindi già possibili, che potranno essere rimodellate in funzione dei vincoli di sicurezza: la mensa in classe, nel self-service, nella scuola diffusa. Ci sono già indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità sull’igiene degli alimenti durante l’epidemia da virus SARS-CoV-2 e dell’OMS che danno istruzioni su come mantenere il servizio di ristorazione pubblica in questa fase emergenziale garantendo sicurezza ai lavoratori e agli utenti.

Sostegno all’economia

La mensa scolastica ha già dato prova di essere un sostegno per la comunità e un traino per l’economia locale, quando tutti fanno la propria parte con responsabilità e senso civico. La mensa che vogliamo non quella che cerca l’alibi dell’emergenza per ridurre la qualità con pasti freddi o monoporzioni, o cibo processato di cui la povertà sostiene l’uso e anche l’abuso, ma quella che si organizza per fornire un pasto buono e sano basato sui prodotti del territorio supportando le filiere agroalimentari locali a cui può garantire sostenibilità economica e rilancio.

Organizzazione e risorse

Chiediamo al MIUR e, di conseguenza, al Governo di rimettere subito al centro dell’agenda politica la mensa scolastica insieme alla scuola, per consentire la pianificazione e l’organizzazione del servizio che richiederà investimenti e formazione e di destinare risorse ai Comuni affinché siano in grado di avviare il servizio e alleggerire gli oneri alle famiglie in grave difficoltà economica.

 

In previsione della ripresa della scuola a settembre”, dichiara l’assessora all’istruzione del Comune di Bergamo, Loredana Poli,riteniamo opportuno che venga posta la giusta attenzione al tema della ristorazione scolastica per evitare che ne venga decisa la chiusura in modo semplicistico senza adeguati approfondimenti sulle reali possibilità di attivazione. Anche per questo tema, come per l’organizzazione complessiva della scuola italiana”,prosegue Poli, “crediamo si possa e si debba cogliere la necessità di affrontare questioni già aperte prima del Coronavirus e trasformarla in opportunità di miglioramento.  I 5 punti evidenziati nel nostro documento possono essere leve fondamentali di miglioramento, di sostegno al territorio e di avanzamento nel percorso di applicazione delle food policy adottate anche dal nostro Comune,”conclude l’assessora all’Istruzione.

Firmatari del documento

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