ATS Bergamo effettua 515 radiografie toraciche domiciliari, soprattutto nelle RSA, in collaborazione con l’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche della Riabilitazione e della Prevenzione.
Bergamo, 12 maggio 2020 – Oltre 515 radiografie toraciche effettuate in 51 strutture tra RSA e RSD su pazienti con sintomatologia ascrivibile al Covid: sono questi i numeri del servizio di RX domiciliare realizzato grazie alla collaborazione tra Agenzia di Tutela della Salute e Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione da poco entrati in Ugoretec (Unità di GOverno REti TErritoriali Covid), la rete attiva da aprile sul territorio provinciale di Bergamo.
In circa il 73% delle radiografie non sono state riscontrate complicazioni polmonari da Covid-19
Dopo una prima fase sperimentale dal 7 al 10 aprile in cui son stati testati i processi e i percorsi il 14 aprile il servizio ha preso avvio con comunicazione a tutte le RSA e RSD della provincia. La conclusione è attualmente prevista per il 31 maggio. Sul totale degli esami radiologici fatti – grazie alla strumentazione donata da Italtrans, ai tecnici sanitari dell’Ordine (TSRM e PSRTP) e alla collaborazione con il Papa Giovanni XXIII per la refertazione – circa il 73% non ha rilevato interessamento polmonare da Covid-19.
“La programmazione degli interventi e il raccordo con le strutture per le segnalazioni sono in capo alla Direzione Sociosanitaria di ATS Bergamo”, spiega Giuseppe Matozzo (in foto), direttore sociosaniotario di ATS Bergamo, “e viene attuata sia sulla base di specifiche richieste sia della programmazione settimanale. Il servizio viene erogato da lunedì a venerdì ed è gratuito. La trasmissione degli esiti avviene direttamente attraverso il medico refertante al medico di struttura”, prosegue Matozzo, “generalmente entro le 24 ore successive dall’esecuzione della radiografia.”
Sono tre gli obiettivi della collaborazione tra ATS e l’Ordine Tecnici di Radiologia Medica
Rallentare i contagi anche evitando l’accesso alle strutture sanitarie; ridurre i contatti con le strutture sanitarie per gli ospiti delle strutture residenziali sociosanitarie quali RSA e RSD (in quanto si tratta di soggetti anziani, con patologie croniche o affetti da disabilità di varia natura considerati a maggior rischio di evoluzione grave se colpiti da coronavirus) e, infine, individuare precocemente nuovi casi di positività.
“La radiologia domiciliare è una delle attività sanitarie che possono essere trasferite sul territorio”, commenta Diego Catania (in foto), presidente del coordinamento degli Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, “grazie alla telemedicina che permette l’invio delle immagini radiologiche e alla telerefertazione che permette di refertare a distanza è diventata di grande importanza e assolutamente strategica durante la pandemia da coronavirus. Ha peraltro contribuito alla riduzione degli spostamenti evitando la diffusione del contagio. Tale attività deve essere tenuta in dovuta considerazione anche finita l’emergenza della Riabilitazione e della Prevenzione di Regione Lombardia” continua Catania, “in rappresentanza di 34.000 persone, di cui 2.800 in provincia di Bergamo.”
“Per effettuare un controllo radiologico post chirurgico i cittadini debbono normalmente chiamare un’ambulanza per recarsi in ospedale con notevoli costi da affrontare oppure chiedere ad un parente prossimo di accompagnarli” aggiunge il presidente. “Il SSR e il SSN non possono non prendere in considerazione una tale attività che permetterebbe, tra l’altro, anche di contenere la pressione sugli ospedali, trasferendo attività di routine al domicilio del paziente. Ogni ospedale di provincia del nostro territorio”, conclude Catania, “dovrebbe dotarsi di un servizio di radiologia domiciliare.”