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Il decreto governativo della fase 2 stabilisce la possibilità di andare a trovare in casa i congiunti. Sono parecchie le persone che però  hanno dato una interpretazione tutta loro. Vediamo di dare una giusta interpretazione al suindicato decreto.

 

Bergamo, 13 maggio 2020 – Dal 4 maggio, come stabilisce  il DPCM del 26 aprile scorso, si può andare in casa di parenti a far loro visita, fino al sesto grado e affini fino al quarto grado, coniuge, parte dell’unione civile e al convivente more uxorio (la persona con cui si convive senza essere sposati). Successivamente, tale possibilità è stata estesa anche ai fidanzati non conviventi uniti da uno stabile legame di affetto. Il decreto in parola non prevede invece visite agli amici.

Spostamenti possibili solo dentro il territorio regionale

Tali spostamenti, per andare a trovare i congiunti, sono possibili solo ed esclusivamente nell’ambito del territorio regionale, quindi anche varcando i confini del comune e provincia di residenza. Rimane però l’obbligo di giustificare lo spostamento tramite il modulo di autocertificazione  nel quale si dovrà barrare la casella: “motivo di necessità”.  

Rispetto della privacy del dichiarante

Per motivi di privacy, il dichiarante non deve indicare il nome, cognome, vincolo di parentela o tipologia di legame affettivo con la persona che si va a trovare a casa.

Uso della mascherina e rispetto della distanza sociale anche in casa

Nel corso della visita ai congiunti, anche all’interno dell’abitazione, dovrà essere rispettata  la distanza sociale di sicurezza, almeno un metro, e indossare la mascherina di protezione. Gli incontri possono avvenire tra due o tre persone al massimo, sempre nel limite del buonsenso. Sono vietati party e assembramenti anche in casa.

Misure da osservare quando si vuole viaggiare in auto con più persone

Un’altra novità si evince dalla possibilità di viaggiare in macchina con più persone, due o tre al massimo, sempre che il veicolo sia grande al punto di consentire la  distanza di almeno un metro tra guidatore e passeggeri. Tale possibilità viene consentita solo al congiunto non convivente, sempre e soltanto per effettuare spostamenti all’interno della propria regione di residenza, e per i seguenti motivi: andare al lavoro, provvedere a commissioni urgenti o recarsi al parco per fare sport e attività motoria.

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