SHARE

Sono state formulate nuove ipotesi, da parte di immunologi italiani, secondo cui la differenze nella diffusione del coronavirus, tra Nord e Sud in Italia, sta nel fatto che la popolazione del Sud è difesa da uno scudo genetico.

 

 

28 maggio 2020 – Quindi, secondo i ricercatori, lo “scudo genetico” potrebbe aver protetto la popolazione del Mezzogiorno dalla pandemia di Covid-19 nel periodo più critico dell’emergenza sanitaria.

Tale tesi è stata evidenziata dal ricercatore Antonio Giordano, fondatore e direttore dell’Istituto Sbarro per la ricerca sul cancro e la medicina molecolare di Filadelfia e docente di Anatomia patologica all’università degli Studi di Siena.

Giordano, uno tra gli autori della ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers Immunology, ha dichiarato: «Stiamo conducendo uno studio importantissimo che si intitola “Covid-19 e alta mortalità in Italia: non dimentichiamo la suscettibilità genetica”. Uno ‘scudo genetico’ infatti potrebbe aver protetto l’Italia del Sud dallo tsunami Sars-CoV-2 che ha travolto le regioni del Nord. L’ipotesi è da validare prima di trarre conclusioni certe, ma è già fondata su solide basi scientifiche.»

Un gene che provoca una diversa reazione immunitaria

Secondo tale studio, sarebbe un gene presente nell’organismo della popolazione meridionale a provocare una diversa reazione immunitaria: il sistema Hla (antigene leucocitario umano).

«Di questo sistema, alcune particolari varianti potrebbero essere alla base della suscettibilità alla malattia da Sars-CoV-2 e della sua severità», ha proseguito Giordano.

Infatti, quando il Governo ha confermato il lockdown sono state molte le persone che dal Nord si sono trasferite al Sud, dove il contagio non si è sviluppato o, per lo meno, non ha assunto le caratteristiche abnormi come è avvenuto nelle regioni del Nord, in modo particolare nella Lombardia.

«Esistono complesse interazioni tra genetica e ambiente», precisa, inoltre, ricercatore dell’Istituto Sbarro. Dobbiamo considerare anche una serie di fattori importanti che stiamo esaminando, non ultimo il possibile ruolo dell’inquinamento da polveri sottili,» conclude.

LASCIA UN COMMENTO