Il bracconiere è stato sorpreso di notte dalla Polizia provinciale senza autorizzazione, in un periodo di divieto, con mezzi vietati, e aveva con sé tutto il necessario per la macellazione della fauna sul posto: ganci metallici, corde, due coltelli, una mannaia e relativo acciaino.
Bergamo, 10 giugno 2020 – Fermato dalla Polizia provinciale un cacciatore di frodo 40enne che, nei giorni scorsi, cacciava nella boscaglia a Nembro, nella frazione di Trevasco. Gli agenti del nucleo ittico/venatorio del Comando di Via Tasso, che stavano eseguendo l’attività di vigilanza in materia di tutela ambientale e della fauna selvatica, attiva in questo periodo, in particolare per il contrasto al bracconaggio notturno di ungulati (caprioli, cervi e cinghiali), poco prima della mezzanotte hanno udito l’esplosione di un colpo di arma da fuoco provenire da una zona isolata nei pressi di una cascina: dopo pochi minuti, grazie anche ai binocoli a infrarossi, in dotazione per la visione notturna, hanno individuato la figura di un uomo intento a perlustrare il terreno circostante.
Gli operatori si sono avvicinati a piedi nei pressi della zona osservata e hanno fermato l’uomo, che non ha opposto resistenza e ha consegnato un fucile di grosso calibro e il bossolo appena sparato. Nell’autovettura del fermato è stata rinvenuta inoltre tutta l’attrezzatura necessaria per la macellazione sul posto.
Fermati altre due persone e rilasciate
Nell’ambito dell’operazione altri due soggetti sono stati identificati sebbene, secondo quanto riferito, senza responsabilità dirette rispetto ai fatti accertati.
Sanzioni elevate al cacciatore di frodo
Il soggetto dovrà ora rispondere all’Autorità Giudiziaria di gravi reati in materia venatoria che vanno dalla caccia in periodo di divieto generale, all’uso di mezzi vietati, all’omessa denuncia di munizioni a palla. A carico dello stesso sono inoltre stati contestati numerosi illeciti amministrativi quali la caccia senza assicurazione, senza il versamento delle tasse di concessione e senza l’autorizzazione dell’Organo di gestione: l’arma, le munizioni e tutta l’attrezzatura è stata posta sotto sequestro ai fini della confisca.
“Il bracconaggio è una piaga difficile da contrastare e in continua evoluzione soprattutto nelle ore notturne in cui gli ungulati selvatici sono particolarmente vulnerabili”, ha spiegato il responsabile della Polizia Provinciale – Commissario Capo, Pietro Bergamelli, “per questo motivo il nostro Comando mette in campo tutti gli sforzi necessari sia in termini di personale che di attrezzature per opporsi quanto più possibile a questa pratica illegale, e garantire nel migliore dei modi la tutela della fauna selvatica che popola i nostri territori e che è patrimonio dell’intera collettività,” ha concluso.