L’emergenza COVID-19 ha reso estremamente attuale il nodo del digital divide che pone accanto al tema delle infrastrutture e delle competenze, fortemente intrecciati e complementari, la questione della disponibilità di strumenti a disposizione. Nasce così la scuola a distanza che contribuisce ad accentuare forme di disuguaglianza.
Bergamo, 15 giugno 2020 – Dal mese di marzo, in modo improvviso e inaspettato, la didattica scolastica si è trasformata forzatamente in una questione interamente digitale obbligando gli insegnanti ad acquisire rapidamente competenze, modalità comunicative e didattiche del tutto nuove e gli studenti, insieme alle loro famiglie, a interagire con una scuola filtrata dagli schermi.
Ma la scuola a distanza non è uguale per tutti e contribuisce ad accentuare forme di disuguaglianza.
Lo conferma l’ISTAT che, nell’indagine Spazi in casa e disponibilità di computer per bambini e ragazzi di aprile 2020, rileva che il 12,3% dei ragazzi tra 6 e 17 anni (850 mila in termini assoluti) non ha un computer o un tablet a casa, il 57% lo deve condividere con la famiglia e solo il 6,1% vive in famiglie dove è disponibile almeno un computer per ogni componente.
Molti smartphone, ma pochi PC e tablet presenti nelle famiglie
Da un’intervista condotta da Save the Children su 300 famiglie (Non da soli di aprile 2020), emerge inoltre che la maggior parte di queste ha a disposizione 2 o 3 dispositivi (59,7%): si tratta quasi sempre di smartphone, 98,9% delle famiglie, ma meno di pc, presenti in una famiglia su tre (30,9%) e rare volte di tablet, a disposizione solo di una famiglia su dieci (12%).
In più, il 57,2% delle famiglie non ha una connessione internet casalinga. Ad aggravare la situazione, quasi una famiglia su cinque dispone di meno di 30 giga al mese (19,8%) e, di questi, l’8,3% dispone di meno di 5 giga al mese. Per questo, nel 30,6% delle famiglie intervistate i figli non riescono a seguire le lezioni a distanza.
Strumenti di connessione messi a disposizione per famiglie fragili dal Comune e associazioni di Bergamo
Per affrontare l’emergenza, a Bergamo è stata avviata un’azione corale, il cui successo è stato il risultato dello sforzo compiuto da diversi soggetti: scuole, Caritas, Associazioni e Comune di Bergamo.
L’Amministrazione ha scelto di fare un acquisto massiccio di strumenti di connessioni da mettere a disposizione, in comodato d’uso, delle famiglie in condizioni di maggiore fragilità economica perché i bambini e i ragazzi potessero partecipare alla didattica a distanza, relazionarsi con insegnanti e compagni e proseguire il percorso scolastico anche per il periodo estivo.
Grazie al preziosissimo aiuto della Protezione civile, sono stati quindi consegnati 240 device direttamente a domicilio degli alunni durante la fase del lockdown, e poi, nella fase due, alle scuole statali della città che hanno provveduto a convocare per il ritiro le famiglie segnalate come bisognose di tale aiuto.
A tutti gli Istituti Comprensivi si è data la disponibilità di almeno 20 pc o tablet, numeri incrementati poi sulla base della popolazione scolastica dell’Istituto e della numerosità di situazioni di maggior fragilità.
Oltre ai device, sono state fornite circa 150 connessioni: 16 donate da Fastweb, attivate nelle abitazioni nelle quali è stato possibile l’accesso alla rete wifi, e più di 130 modem e sim, consegnate o insieme al tablet/pc o, in alcuni casi, a chi, avendo già un dispositivo di proprietà, aveva solo problemi di connessione.
“A partire dal riconoscimento del diritto all’istruzione per tutti e della necessità di non lasciare indietro nessuno”, dichiara l’assessore all’Istruzione, Loredana Poli, “ci siamo attivati sin da subito per rispondere a tutte le situazioni di bisogno e intervenire il più tempestivamente possibile. Nonostante l’acquisizione e distribuzione così massiccia di dispositivi abbia richiesto necessariamente tempi più lunghi, a causa di difficoltà legate alla consegna delle forniture, in 7 dei 9 Istituti Comprensivi statali della città siamo riusciti a dare risposta a tutte le richieste pervenute.”
“Oggi, grazie alla straordinaria donazione dell’Associazione Mille Respiri”, prosegue l’assessora, “con il progetto Tuttinrete, e al suo promotore Carlo Pedrali, possiamo complessivamente contare su 150 tablet, 40 già consegnati negli scorsi mesi a cui si aggiungono i 110 di oggi, da dare a quelle famiglie della città individuate dal Servizio Minori e Famiglie e dai servizi educativi del Comune di Bergamo.”
“Dalla fine di aprile”, commenta Carlo Pedrali dell’Associazione Mille Respiri, “abbiamo attivato il progetto Tuttinrete per la raccolta e l’acquisto di computer portatili e tablet da destinare ai progetti di didattica a distanza. Sono stati oltre 400 i device recuperati da donazioni di cittadini o direttamente acquistati per aiutare gli studenti di Bergamo e Monza più in difficolta durante il lockdown. Gli strumenti sono stati dotati della connettività necessaria per le lezioni con l’utilizzo di router portatili forniti in collaborazione con Vodafone”, continua Pedrali, “l’agenzia business My Way e il contributo del Consorzio Vero Volley. Un servizio che sarà garantito anche nei mesi estivi.”
“Centrali operative e ‘cuori’ dell’attività” aggiunge Pedrali – sono state l’Arena di Monza e il laboratorio FabLab di Bergamo, luoghi rimasti attivi praticamente sette giorni su sette durante questo periodo di bisogno. È utile ricordare che è ancora possibile donare per contribuire all’iniziativa, sviluppata in collaborazione con le Amministrazioni comunali di Bergamo e Monza e le sezioni UCID– Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti di Bergamo e Monza Brianza. Per informazioni millerespiriBG@gmail.com ,” conclude.
Questo sito web usa i cookie per migliorare l'esperienza degli utenti sul sito web.Accetta Scopri di più Privacy & Cookies Policy