Nella foto: il Ministro Manfredi, il governatore Fontana e il rettore Morzenti-Pellegrini
Continuare con una linea comune fatta di scelte in sicurezza e regolarità senza perdere la qualità che da sempre contraddistingue il sistema universitario lombardo nel panorama italiano e internazionale.
Milano, 2 luglio 2020 – Questa è la posizione unanime dei 14 membri del Comitato dei Rettori delle Università della Lombardia – CRUL – rispetto al futuro della comunità universitaria pronta rientrare con l’avvio del nuovo anno accademico 2020/2021 a settembre.
Incontro all’Università Statale di Milano, alla presenza del Ministro Gaetano Manfredi
Lo hanno testimoniato i Rettori lombardi riuniti nella mattinata di oggi, presso la sala di Rappresentanza dell’Università Statale di Milano, alla presenza del Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, nella sua prima uscita post Covid, e del Governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana.
L’obiettivo dei Rettori lombardi
I Rettori confermano la linea della ripartenza con cautela intrapresa fin da subito: lo scorso 22 febbraio infatti, prima di qualsiasi decreto od ordinanza, tutte le università lombarde decisero di rendere subito a distanza le attività di didattica, compiendo un rilevante sforzo organizzativo ed economico.
L’obiettivo si conferma quello di garantire alle centinaia di migliaia di studenti un insegnamento eccellente, regolare e sicuro, indipendentemente dalla modalità. Secondo questo principio gli atenei stanno progettando il nuovo anno accademico – spazi, docenze, servizi allo studente, laboratori, tirocini e i sistemi informatici. La didattica a distanza continuerà ad essere parzialmente presente negli atenei con tutti i vantaggi che, se propriamente utilizzata, porta con sé. Sebbene la vocazione principale rimanga quella della didattica in presenza, con un’organizzazione “preventiva” di didattica mista, il sistema lombardo sarà pronto a qualsiasi scenario.
Il difficile adattamento di docenti e studenti
Una condizione che conferma l’incredibile capacità di adattamento di docenti e studenti sostenuta negli ultimi mesi. Il mondo accademico durante l’emergenza ha affiancato la politica nella gestione dell’epidemia e delle sue conseguenze economiche e sociali, contribuendo a scelte basate sull’evidenza scientifica, sulla competenza e sull’esperienza che le università hanno reso disponibili, con velocità e responsabilità.
Nella foto: Franzini, Fontana, Manfredi, Morzenti Pellegrini e Resta
Un mondo, quello del sistema universitario lombardo con i suoi 286.000 studenti * e 19.000 docenti ** che è pronto ancora una volta a supportare pienamente la formazione dei suoi studenti, affiancare le Istituzioni nelle scelte per la tutela della salute pubblica e contribuire al progresso con progetti di ricerca interdisciplinare, gli stessi che, in questi mesi, hanno confermato l’eccellenza nei settori della sanità, innovazione tecnologica, digitalizzazione ed internazionalizzazione, come ulteriore fattore di attrattività regionale.
Accreditamento ANVUR all’Università di Bergamo
Una giornata significativa quella di oggi, in particolare per l’Università degli studi di Bergamo che proprio nelle ultime ore ha ricevuto dallo stesso Ministero l’accreditamento ANVUR. Un riconoscimento a cui gli Atenei accedono se hanno mantenuto nel tempo determinati requisiti di qualità, richiesti dal Miur. La verifica dei requisiti viene effettuata attraverso una visita in loco da parte di una Commissione di Esperti di Valutazione (CEV). L’Università degli studi di Bergamo ha ottenuto un giudizio “B-Pienamente Soddisfacente” collocandosi tra i pochi atenei con un punteggio così alto.
*Fonte: anagrafe nazionale degli studenti: Iscritti – 2018/2019 (ultimo anno disponibile) – Regione Lombardia – Tutte le lauree.
** Fonte: pagina delle statistiche del MIUR, voce Personale docente e ricercatore 31/12/2018 (ultimo anno disponibile).