Dall’iscrizione nel registro degli indagati di Attilio Fontana, per il caso camici, sono emersi, da un conto in Svizzera ad egli intestato, oltre 5 milioni di euro, ereditati dalla madre.
Milano 26 luglio 2020 – Il governatore Attilio Fontana – dopo aver appreso la notizia da fonti di stampa, di essere indagato dalla magistratura di Milano sulla fornitura di camici alla Regione Lombardia, da parte della società Dama SpA gestita da Andrea Dini, suo cognato, di cui la moglie detiene il 10 per cento delle quote societarie – ha detto: “Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati.”
“Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo – ha aggiunto – dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità.”
Le ragioni che hanno indotto la magistratura a indagare sul caso
Lo scorso 19 maggio, dopo l’intervista di Report, Fontana cercò di fare un bonifico per arginare quello che il quotidiano definisce “il rischio reputazionale” insito nei 75.000 camici e 7.000 set sanitari venduti per 513.000 euro alla Regione il 16 aprile dalla società Dama spa del cognato Andrea Dini e (per il 10%) della moglie Roberta. Dalla ricostruzione fatta dal Corriere, il governatore lombardo tentò di inviare un bonifico di 250.000 euro, a Dama spa, gran parte del mancato profitto al quale il cognato sarebbe andato incontro facendo l’unilaterale gesto di tramutare in donazione alla Regione l’iniziale vendita dei 75.000 camici e di rinunciare a farsi pagare dalla Regione i 49.353 camici e 7.000 set già consegnati.
L’Unione Fiduciaria di Milano incaricata da Fontana del bonifico, il 19 maggio, ha bloccato il pagamento perché, in base alla normativa antiriciclaggio, non constatava una causale o una prestazione coerenti con il bonifico, disposto da soggetto “sensibile” come Fontana per l’incarico politico che riveste.
E così la fiduciaria ha inoltrato una “Sos-Segnalazione di operazione sospetta” all’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia, che, a sua volta, la girò alla Guardia di finanza e Procura.
La nuova iscrizione nel registro degli indagati per Fontana è arrivata in contemporanea all’interrogato di Filippo Bongiovanni, il dg dimissionario di Aria spa, la centrale acquisti regionale, indagato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, assieme allo stesso Andrea Dini.
Nel corso dell’interrogatorio con i pm, Bongiovanni avrebbe fatto presente che l’ente del Pirellone e la centrale acquisti, da egli gestita, nel periodo più critico dell’emergenza Covid hanno operato in continuo stato di necessità, fronteggiando l’emergenza con grande fatica ed impegno profuso.
Affidamento diretto senza gara
Secondo le indagini della Procura quell’affidamento diretto senza gara della fornitura, che risale al 16 aprile, sarebbe avvenuto in conflitto di interessi e l’ordine sarebbe poi stato trasformato in donazione solo il 20 maggio, dopo che “Report” ha iniziato a indagare sulla vicenda in questione. E Dama, comunque, avrebbe voluto guadagnare provando a vendere 25mila camici (dei 75mila totali di cui 50mila donati) anche a fine maggio con un prezzo di 9 euro a camice, invece che 6 euro che era il prezzo proposto ad Aria.
Su un presunto “ruolo attivo” di Fontana, già erano in atto, da diversi giorni, accertamenti da parte degli inquirenti, che hanno anche sentito numerosi testimoni. Per quanto riguarda la moglie del governatore, invece, è stato escluso che possa avere avuto un ruolo nella vicenda in questione.
Indagine Procura sui conti svizzeri di Fontana
Le verifiche sui conti svizzeri del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, sono un atto dovuto fanno sapere i pm della procura di Milano che indagano sul governatore, accusato di frode, per la fornitura di camici, poi trasformata in donazione, da parte dell’azienda del cognato Andrea Dini, anche egli indagato.
Si suppone, inoltre, che, i 250.000 euro sborsati da Fontana e versati al cognato, siano stati ‘scudati’ nel 2015, e provengono da due trust aperti, dieci anni prima, alle Bahamas dalla madre, per oltre 5 milioni di euro, e da egli ereditati alla sua morte.
Sul caso il presidente Fontana intende intervenire in Consiglio regionale già nella seduta di domani, il cui ordine del giorno riguarda proprio il bilancio.
“Nelle dichiarazioni richieste dalle norme sulla trasparenza – ha sostenuto Fontana – sono riportati nel dettaglio i miei patrimoni, non vi è nulla di nascosto e non vi è nulla su cui basare falsi scoop mediatici”, ha poseguito.