Cittadini bergamaschi infuriati si riuniscono e protestano sotto casa di Giorgio Gori. Il sindaco: «Ma io che c’entro?»
Bergamo, 6 Novembre 2020 – “Ma un sindaco non c’entra niente!” Questa è stata la risposta di Giorgio Gori alle circa 300 persone arrabbiate che, urlando «Bergamo si è rotta le palle,» si sono riunite, assieme a un gruppo di giovani di Casapound, per protestare sulle misure di contenimento della pandemia che hanno interessato, in modo particolare, i commercianti delle zone definite rosse dal nuovo Dpcm firmato dal premier Conte.
La protesta è nata nella piazzuola antistante Palazzo Frizzoni, e si è conclusa sotto casa del sindaco a Città Alta con la polizia schierata pronta a intervenire in caso di necessità.
La risposta di Giorgio Gori
Il primo cittadino di Bergamo ha cercato di difendersi dicendo: “Insomma, i sindaci che colpa abbiamo se tali decisioni, ovvero di istituire in Lombardia la zona rossa, sono state prese dal governo centrale?”
Anche i sindacati locali di Confcommercio e Confartigianato hanno manifestare la loro indignazione, concordi sul fatto che “questa situazione provochera’ conseguenze disastrose per il commercio, ristorazione e turismo.”
Intanto il Governo, considerato l’avanzamento dell’epidemia, specialmente in Lombardia, dichiarata zona rossa, non poteva fare altro che emanare il decreto per salvaguardare la salute pubblica, sentito prima il C.T.S.
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