La raccolta fondi promossa dai commercianti del Distretto Urbano del Commercio di Bergamo si conclude nel segno della solidarietà e della generosità.
Bergamo, 9 gennaio 2021 – Si è conclusa la raccolta fondi del progetto di solidarietà “Accendi un sorriso”, promossa dai commercianti del DUC, il Distretto Urbano del Commercio di Bergamo, che, raccogliendo 15.360 euro, con una donazione minima di 5 euro, attraverso il sito accendiunsorriso.it, permetteranno di incrementare il numero di pasti gratuiti che vengono garantiti nelle mense scolastiche della città, consentendo, inoltre, di intercettare i bisogni di quelle famiglie particolarmente colpite dalla crisi economica causata dal Covid.
Richieste pasti gratuiti in continuo aumento
Il Comune di Bergamo è già impegnato a garantire a più di 170 bambini e bambine il pasto gratuito nelle mense delle scuole della città per tutto l’anno scolastico, ma le richieste sono in continuo aumento, anche per difficoltà economiche di carattere temporaneo.
Contributo economico del Comune
L’emergenza Covid dell’ultimo anno ha pesantemente colpito le famiglie con figli minori: nel periodo gennaio-dicembre 2019 il 57 % dei beneficiari di un contributo economico del Comune per i bisogni primari (affitto, sostegno alimentare, acquisto materiale scolastico, etc) era rappresentato da famiglie con minori; nel periodo gennaio – ottobre 2020, la percentuale delle famiglie con minori beneficiarie della stessa misura è salita al 74 % (circa 1150 famiglie).
I servizi sociali segnalano situazioni complesse
Il Comune continua a garantire le gratuità delle situazioni complesse, segnalate dai servizi sociali, ma attraverso il fondo di mutuo aiuto si possono aiutare le famiglie in difficoltà temporanea, legata a problemi di lavoro, di malattia o di crescenti impegni di cura. Sono famiglie che non si rivolgono ai servizi sociali ma alle altre reti di solidarietà, a partire dalle scuole e dalle associazioni dei genitori.
Capita infatti che le famiglie, per paura o vergogna, non chiedano aiuto e ritirino i propri figli dalla mensa, provocando ulteriori difficoltà e rischio emarginazione. Spesso nelle situazioni di maggior disagio chi torna a casa per il pranzo non rientra poi a scuola per le attività pomeridiane, compromettendo così il proprio percorso scolastico e sociale.