Il Comune di Bergamo si unisce a quello di Brescia nel fornire doverose precisazioni circa la ricerca dell’Università di Utrecht, finanziata dal ministero per l’Innovazione spagnolo e dal Global Health Institute e pubblicata sulla rivista “The Lancet Planetary Health”.
Bergamo, 20 gennaio 2021 – “Lo studio si avvale di dati vecchi di diversi anni, almeno 6 anni, visto che si riferisce al database del 2015. Il trend della qualità dell’aria ha registrato costanti miglioramenti negli anni successivi e il 2015 è inoltre ricordato come un anno particolarmente problematico nel periodo autunnale, con un periodo di assenza di precipitazioni di durata notevolmente sopra la media. La situazione fotografata non è quindi attualizzabile – si legge in una nota del Comune diramata alla stampa locale –.
Numero teorico calcolato sui decessi evitabili
“Bergamo, come Brescia, evidenzia che lo studio dell’Università di Utrecht, non usa in apparenza dati sanitari, ma è di tipo modellistico, il cui obiettivo principale è quello di sottolineare l’importanza di adottare dei valori limite sempre più bassi per ridurre la mortalità in generale e non di rilevare la mortalità reale nel territorio. Infatti, riporta il numero teorico calcolato matematicamente di decessi evitabili se si adottassero limiti di legge sempre più bassi – prosegue la nota –.
Miglioramento progressivo e costante dell’aria a Bergamo
La qualità dell’aria di Bergamo non è certamente esente da critiche: ma i recenti monitoraggi sulla qualità dell’aria eseguiti dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente hanno evidenziato il miglioramento progressivo e costante, dei dati relativi il territorio di Bergamo, fatto confermato dal recente “tavolo aria” indetto da Regione Lombardia. Lo stesso tavolo Aria ha mostrato come i dati del 2020, pur nella sua unicità in termini di mobilità personale, non siano diversi dal trend storico a riprova del fatto che il tema del particolato sia collegabile a molti fattori concorrenti (non solo trasporti, ma anche riscaldamento, agricoltura, industria ecc.) – conclude la nota.