E’ stato eseguito, al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, un intervento di sostituzione del tratto discendente dell’aorta toracica in un paziente con patologia genetica. E nasce un team dedicato.
Bergamo, 26 marzo 2021 – Sta bene l’uomo che è stato sottoposto ad intervento chirurgico lo scorso 1 marzo per la sostituzione di un tratto dell’aorta toracica. L’operazione è stata realizzata con una complessa tecnica ‘open’, che permette di trattare la totalità degli aneurismi dell’aorta e pone l’ospedale Papa Giovanni tra i centri di riferimento a livello nazionale perla chirurgia dell’arco aortico e dell’aorta toraco-addominale.
Nascita del Nuovo Aortic Team multisciplinare
E’ durato cinque ore tale raro e complesso intervento eseguito su un paziente affetto da una rara patologia vascolare. Questa tecnica chirurgica d’avanguardia veniva finora realizzata in Italia solo in pochissimi altri centri e segna la nascita, al nosocomio bergamasco, del nuovo Aortic Team multisciplinare, il primo in Italia di questo genere.
Centro trattamento problematiche complesse dell’aorta
Con la nascita dell’Aortic Team il Papa Giovanni XXIII si pone come centro di riferimento a livello nazionale per il trattamento delle problematiche complesse dell’aorta. In particolare per il paziente è ora possibile sottoporsi a Bergamo all’intera gamma degli interventi chirurgici per il trattamento dei pericolosi aneurismi.
Origini deglianeurismi toracici
Gli aneurismi toracici possono originarsi in presenza di varie patologie: la sindrome di Marfan, la sindrome di Loeys-Dietz e la sindrome di Ehlers–Danlos, altre malattie del tessuto connettivo, l’aterosclerosi, patologie infiammatorie o infettive. Sono fattori predisponenti anche l’ipertensione arteriosa, il fumo, i traumi e l’aorta bicuspide. Nel medio periodo tutti gli aneurismi toracici, di qualunque natura, tendono inevitabilmente alla rottura. La sopravvivenza a 5 anni di pazienti portatori di un aneurisma con diametro maggiore di 6 centimetri è inferiore al 10%.
Gli obiettivi del Team
Il Team si pone l’obiettivo di valutare collegialmente i casi complessi per poi definire e realizzare l’intervento più idoneo per ciascun paziente. L’approccio tradizionale prevede l’inserimento di endoprotesi che sostituiscono l’aorta e che, una volta posizionate all’interno del vaso risalendo per via femorale o iliaca, agiscono a pressione, dilatandosi. In caso si decida per il trattamento endovascolare l’anatomia del paziente viene accuratamente studiata e la protesi costruita su misura.