Nasce il ministero del catechista assegnato, non solo, a svolgere un determinato compito, ma a rispondere a una precisa chiamata.
Bergamo, 16 maggio 2021 – Utilizzando le parole del Papa, a «essere» catechista, non a vivere questa dimensione come se fosse un lavoro. Significa preparazione, servizio alla Parola di Dio, testimonianza di fede. Un perimetro d’azione che ora trova espressione nella lettera apostolica in forma di Motu proprio “Antiquum ministerium” (scarica il testo). Concretamente vuol dire che, come accade ad esempio per accolitato e lettorato (ministeri istituiti), anche il catechista avrà un compito ufficiale.
Il catechista, testimone del mistero
Il documento prosegue una riflessione che il Papa ha avviato da tempo. Significativo, in tal senso, il videomessaggio inviato da Francesco il 22 settembre 2018 al convegno internazionale “Il catechista, testimone del mistero” in cui veniva evidenziato il compito di «primo annuncio» affidato a chi è chiamato più che a insegnare, a comunicare e testimoniare la fede. E primo annuncio vuol dire «sottolineare che Gesù Cristo morto e risorto per amore del Padre, dona il suo perdono a tutti senza distinzione di persone, se solo aprono il loro cuore a lasciarsi convertire!». Una trasmissione, anche, di freschezza e gioia, espressione di una fede «che accende i cuori, perché immette il desiderio di incontrare Cristo». E che guardando a lui, valorizza, nel solco del Concilio il ruolo dei laici, i loro talenti.
Mandato al catechista
Un impegno peraltro la cui portata già oggi viene evidenziata in molte parrocchie attraverso il cosiddetto mandato al catechista celebrato davanti alla comunità. A documentare che non di azione personale si tratta ma di un cammino inserito in una dimensione comunitaria. «Questo è il tempo di comunità missionarie, libere e disinteressate che percorrano i sentieri della gente del nostro tempo, chinandosi su chi è al margine». Comunità capaci di ascoltare i giovani delusi, di accogliere i rifugiati, di dare speranza agli sfiduciati, di dialogare «con chi ha idee diverse». Nel segno di un rinnovamento capace di interloquire con l’oggi, ma senza annacquare le proprie radici, nella piena fedeltà al Vangelo. «Come nel dopo-Concilio la Chiesa italiana è stata pronta e capace nell’accogliere i segni e la sensibilità dei tempi così anche oggi è chiamata ad offrire una catechesi rinnovata, che ispiri ogni ambito della pastorale: carità, liturgia, famiglia, cultura, vita sociale, economia».
Il passo di papa Francesco
La catechesi come servizio alla Parola, dunque, come testimonianza dell’amore del Cristo vivente, come artigianato di fraternità, che trova linfa vitale nella liturgia e nei sacramenti. Come vocazione. Come ministero. La sfida quindi è quella di accogliere questo passo di papa Francesco. Sapendo che il compito più grande è quello di riscoprire la nostra ministerialità all’interno della comunità cristiana.