ATS Bergamo, attraverso il SEA (Servizio Epidemiologico Aziendale), monitora costantemente gli accessi ai Pronto Soccorso siti nel proprio territorio di competenza.
Bergamo, 11 agosto 2022 – Il monitoraggio, relativo ai mesi di luglio e alla prima settimana di agosto, ha sinteticamente esplorato tre tematiche principali, relativamente agli accessi nei PP.SS. della provincia di Bergamo:
Trend attuale (rispetto al dato storico) della quantità accessi e dello stato di affollamento (indice NEDOCS);
Analisi dell’impatto della temperatura metereologica (heat wave) sugli accessi in PS. Analisi dell’eventuale impatto sui PS della presenza di 21.000 assisti ‘orfani’ di MMG.
I risultati delle analisi
Le analisi dei punti sopra citati hanno evidenziato i seguenti risultati:
il trend attuale di accessi ai PPSS appare sovrapponibile a quello del 2021 e rappresenta sostanzialmente un ritorno ai valori storici pre-pandemici. La situazione maggiormente critica, in termini di quantità di accessi e di stato di affollamento (indice NEDOCS), rimane quella del PS dello HPG23. La prima settimana di agosto, tuttavia, inizia a presentare una quantità di accessi in fase decrementale.
Dal 20 maggio al 9 agosto 2022, gli andamenti della temperatura massima giornaliera ed numero di accessi totali in PS appaiono solo moderatamente correlabili; i codici rossi non sono correlati con l’andamento della temperatura massima.
Il tasso di accesso dei pazienti ‘orfani’ è assolutamente sovrapponibile a quello della popolazione con MMG: la quantità media di accessi per 100 assistiti è pari a 2,57 nella popolazione ‘orfana’, rispetto a 2,61 nella popolazione con MMG attivo. Non risulta pertanto alcun impatto di questi assistiti sui PS.
Alberto Zucchi (in foto) autore dell’analisi epidemiologica con Roberta Ciampichini e Giacomo Crotti, commenta così questi risultati:
“Come in tutte le estati il sistema di accesso al PS segnala criticità rilevanti, sia per quanto riguarda le dimensioni quantitative, sia per lo stato di affollamento. La valutazione analitica che abbiamo effettuato mostra come tali criticità non siano, tuttavia, effetto specifico di quest’ultimo lasso temporale (in cui sono presenti, in particolare, le tematiche dell’ondata di calore e delle infezioni/reinfezioni da variante COVID), ma siano espressione di un ritorno al periodo pre-pandemico. Lo studio della correlazione tra gli andamenti giornalieri delle temperature massime e la quantità degli accessi in PS ha mostrato un effetto modesto e senza specifici impatti su situazioni di particolare gravità clinica (l’andamento dei codici rossi è infatti totalmente indipendente dalle variazioni della temperatura massima). Neppure la presenza, a luglio, di 21.000 assistiti temporaneamente senza un MMG attivo (per i noti motivi), ha determinato alcun tipo di aggravio realmente quantificabile e rilevante sui PS provinciali. L’elevata quantità di codici verdi e bianchi (anch’essa storicamente presente in questi ultimi anni) impone tuttavia la necessità di ripensare all’utilizzo che viene fatto, spesso in termini di dubbia appropriatezza, di queste delicatissime strutture che dovrebbero essere concentrate sulle reali emergenze cliniche”.